domenica 5 dicembre 2010

SEGRATE, CASO SANTA MONICA- PERQUISIZIONI DELLA MAGISTRATURA

Caso vegagest, avvisi di garanzia a Ferrara

Secondo il "sole 24 Ore" i pm indagano sulle erogazioni della Carife. si attendono conferme

Avvisi di garanzia recapitati a Ferrara per la vicenda Vegagest-Santa Monica. È quanto riportava ieri l’inserto Plus24 del “Sole 24 ore”, che sotto il titolo di “Caso Vegagest alla stretta” è tornato a parlare dell’inchiesta milanese sui fondi immobiliare di Segrate.
L’articolo accenna – con riferimento alla zona geografica di Milano – a “perquisizioni a tappeto, banchieri indagati, fideiussioni di dubbia esigibilità” e di un fondo, quello Vegagest, “in apnea finanziaria”. Con il corollario finale di decine di famiglie che hanno investito i propri risparmi nella casa dei loro sogni, di cui al momento però è visibile solo lo scheletro.
Il fascicolo in mano al pm Gaetano Ruta, di cui abbiamo dato notizia lo scorso 1 novembre (vai all’articolo), si sarebbe infatti riempito anche di ordini di perquisizioni che sono state eseguite la scorsa settimana negli uffici della Industria delle costruzioni spa e nelle abitazioni private dei fratelli Siano, costruttori campani con base su Cernusco sul Naviglio. Sono loro che dovevano realizzare a Santa Monica un maxi progetto di edilizia residenziale per centinaia di famiglie e giovani coppie che grazie a una convenzione firmata nel 2005 dall’amministrazione comunale di Segrate con Vegagest sgr, società di gestione del risparmio di cui la Cassa di Risparmio di Ferrara è azionista di riferimento con oltre il 30% delle quote.
Dalla vicenda si era occupata anche Rai News24, ai microfoni della quale l’attuale presidente Carife Sergio Lenzi aveva spiegato che “non è la Cassa che ha fatto quell’operazione. Noi partecipiamo a un fondo in ragione del 30% e rispondiamo di conseguenza del 30%. Non posso dire che siamo noi quelli che hanno finanziato totalmente tutta l’operazione” (vai all’articolo).
Secondo quanto riportato nell’articolo di Stefano Elli, i magistrati milanesi starebbero indagando “sulle erogazioni deliberate dai passati vertici della Carife, 140 milioni di crediti erogati a vantaggio del gruppo dei fratelli Siano”. Proprio per appurare questi passaggi, sempre secondo il quotidiano di Confindustria, “nei giorni scorsi sono stati recapitati a Ferrara anche alcuni avvisi di garanzia”.
Ma al momento non ci sono conferme di questi avvisi di garanzia e soprattutto degli eventuali nomi dei destinatari. All’epoca dell’affaire Santa Monica il presidente Carife era ancora Alfredo Santini e a lui abbiamo chiesto lumi sulla notizia pubblicata dal giornale economico finanziario. “Non ne so nulla, lo apprendo da voi”, è stata la sua voce stupita al telefono. E anche al suo avvocato, Marco Linguerri, che si è attivato per avere informazioni dalla procura di Milano, “non risulta niente di ufficiale; al momento quindi non è possibile dire nulla”.
Nel merito dell’inchiesta milanese era intervenuto anche l’ex direttore generale Gennaro Murolo, che lo scorso 8 novembre a Estense.com (vai all’articolo) assicurava che “né Carife né tantomeno il sottoscritto risultano essere oggetto di indagine da parte dei pm”. In quell’occasione Murolo spiegava inoltre come “peraltro gli affidamenti concessi al Gruppo Siano sono sempre stati  regolarmente deliberati dagli organi statutari di Carife. Per i fondi immobiliari Vegagest, alla data delle mie dimissioni, erano previsti una ristrutturazione e l’avviamento a soluzione delle difficoltà (intervenute per la ben nota crisi finanziaria e immobiliare mondiale) attraverso un finanziamento ipotecario, promosso da Unicredit in forma di “pool”. Ciò che è eventualmente successo dopo la data del mio pensionamento (settembre 2009) non è riferibile alla mia attività”.

ARTICOLO-www.estense.com

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