LOMBARDIA / Fermare il consumo di suolo, rinnovare le città, tutelare il territorio
di Pietro Mezzi
Da alcuni anni, il tema del consumo di
suolo, quello agricolo in particolare, si è imposto all’attenzione degli
addetti ai lavori (urbanisti, ambientalisti, politici, amministratori
pubblici) e dell’opinione pubblica più in generale. L’erosione delle
aree agricole e, contemporaneamente, l’urbanizzazione costante dei
centri abitati, medi e piccoli, ha creato un’attenzione diffusa ai
riflessi determinati da questi fenomeni impetuosi. Il tema del
contenimento e dell’arresto del consumo di suolo si è imposto anche come
tema dell’agenda politica sia in ambito locale che nazionale.
Per quanto riguarda l’uso del suolo, nelle due province più urbanizzate della Lombardia (Milano e Monza Brianza) le aree antropizzate sono cresciute dal 13 (1954) al 42% (2007), mentre le aree agricole sono diminuite dall’80 al 49%, sempre nello stesso periodo.
La situazione nelle 12 province lombarde, nel periodo 1999-2007, vede una rapida e progressiva erosione di aree agricole: – 4,8% a Varese; – 4,3% a Como; – 2,9% a Sondrio; – 6,3% a Milano; – 5,4% a Bergamo; – 7,1% a Brescia; -2,4% a Pavia; – 1,5% a Cremona; – 2,8% a Mantova; – 9,9% a Lecco; -2,6% a Lodi; – 8,2% a Monza e Brianza. In Lombardia, nello stesso periodo, la riduzione delle aree agricole è stata del 3,4%. Sempre nelle 12 province, il tasso di urbanizzazione, tra il 1999 e il 2007, è stato il seguente: Varese (+5,5%); Como (+6,3%); Lecco (+8,6%); Sondrio (+12,2%); Milano (+10,5%); Monza e Brianza (+6,4%); Bergamo (+12,9%); Brescia (+14,2%); Pavia (+9,7%); Lodi (+15,6%); Cremona (+13,3%); Mantova (+21%). In Lombardia: +11,3%.
In nove anni, nella nostra Regione sono stati urbanizzati 34.163 ettari e si sono persi in maniera definitiva 43.275 ettari di superfici agricole (1).
Serve una legge regionale - Da questi dati è facile comprendere che occorre porre il tema del consumo di suolo all’interno della più ampia questione ambientale e procedere con urgenza a inserire nella legislazione regionale la prevenzione del consumo di suolo come caposaldo di una moderna legislazione ambientale. Serve una norma che tuteli il suolo, così come vengono salvaguardati altri beni comuni (l’aria e l’acqua), anche perché il consumo di suolo, a differenza di altri elementi, è irreversibile e non risponde a un ciclo naturale.
Gli effetti ambientali - Il consumo di suolo non solo modifica i rapporti tra spazi costruiti e spazi aperti e la percezione del paesaggio, ma altera gli equilibri ecosistemici del territorio. Ha effetti sul ciclo del carbonio, su quello dell’acqua, sul clima locale, sulla biodiversità, sugli equilibri agroambientali (2).
Suolo bene comune - Occorre progressivamente ridurre e azzerare il consumo di suolo della Lombardia, considerandolo come bene comune, una risorsa naturale e ambientale, scarsa e non rinnovabile. Si tratta di dar vita una battaglia non conservativa, ma profondamente innovativa, che parta dalle città e che si basi sul riuso dell’esistente e non sullo spreco di risorse. Occorre fermare il consumo di suolo per tornare a costruire le città come spazio di relazione, qualità, economia, coesione sociale, produzione culturale, attrattivo, energeticamente efficiente e sostenibile. Il perno della futura attività edilizia lombarda sarà basato quindi sulla riqualificazione urbanistica, la ristrutturazione dell’esistente, il riuso delle aree industriali e commerciali dismesse, la ridensificazione delle funzioni urbane nei nodi e lungo le linee di forza del trasporto pubblico collettivo (3).
E’ anche fondamentale istituire un centro di raccolta ed elaborazione dei dati sul consumo di suolo ai diversi livelli amministrativi: regione, province e comuni. Anche perché in assenza di dati certi e attendibili non è possibile condurre politiche ambientali coerenti agli obiettivi dichiarati e verificarne l’esito nel tempo.
Una nuova legge di governo del territorio - La legge 12 del 2005 per il governo del territorio non è stata in grado di contrastare il fenomeno dell’erosione continua del suolo lombardo; anzi, in buona parte dei casi, i Piani di governo del territorio hanno rappresentato la leva per pesanti e anacronistiche urbanizzazioni del territorio. Serve quindi una nuova legge regionale di governo del territorio per ridurre e azzerare il consumo di suolo lombardo, ponendo chiari obiettivi quantitativi; contrastare lo sprawl urbano; rafforzare i poteri delle Province lombarde e della futura città metropolitana milanese nella pianificazione di area vasta; introdurre la potestà decisionale alle maggioranze qualificate dei consigli comunali sulle decisioni irreversibili di pianificazione territoriale e ripristinare il ruolo del consiglio comunale anche in materia di pianificazione attuativa; introdurre la scadenza temporale dei diritti edificatori; rafforzare giuridicamente i parchi locali di interesse sovracomunale (Plis); azzerare il Piano casa.
Meno cave, più territorio - L’attività estrattiva e il relativo piano di settore dovranno essere orientati alla puntuale quantificazione dei fabbisogni di escavazione, alla misurazione delle potenzialità esistenti, alla pianificazione attenta degli interventi, allo sviluppo della filiera del riciclo dei materiali da costruzione, alla minimizzazione degli impatti ambientali e territoriali, con norme che impongano il rispristino e il recupero ambientale dei siti, restituendo poteri a Province e Città metropolitana.
Aree protette da riformare - Serve varare una riforma (delle riforma) delle aree protette, mantenendo alcune novità della recente legge regionale, ma rafforzando alcuni istituti quali gli strumenti di pianificazione, restituendo poteri agli organi elettivi dei parchi quali espressione del territorio di riferimento, dando valore giuridico ai parchi locali di interesse sovracomunale (i Plis), costruendo, per le aree protette montane, un’Agenzia regionale dotata di autonomia finanziaria. Serve anche attuare progressivamente la rete ecologica regionale, a partire dal ripristino di condizioni naturali lungo le aste fluviali e torrentizie e dall’istituzione delle aree protette mancanti (quella del fiume Po).
di Pietro Mezzi - Capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà alla Provincia di Milano
(1) dati Legambiente e Centro di ricerca sui consumi di suolo.
(2) Sergio Brenna, “Effetti ambientali del consumo di suolo”; “Centro di ricerca sui consumi di suolo – Rapporto 2012″.
(3) IX Congresso di Legambiente Lombardia; ottobre 2011.
(2) Sergio Brenna, “Effetti ambientali del consumo di suolo”; “Centro di ricerca sui consumi di suolo – Rapporto 2012″.
(3) IX Congresso di Legambiente Lombardia; ottobre 2011.
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