"Salviamo il mulino di Segrate" Mobilitazione in internet
I residenti chiedono sia recuperato
Cori di protesta dopo le dichiarazioni dell'assessore all'Urbanistica Zanoli, scettico sul restyling dell'edificio settecentesco. I cittadini vogliono conservare il patrimonio storico locale
Uno scorcio del mulino in via Roma a Segrate, edificio del Trecento rimaneggiato nel '700
A scatenare la polemica le dichiarazioni dell'assessore segratese all'Urbanistica Angelo Zanoli, che nei giorni scorsi si è detto dalla parte del progetto edilizio che cancellerà per sempre la vecchia struttura del mulino. «Ormai a Segrate non è rimasto quasi più nulla di storico - spiega Elena52, dalle pagine web de Il Giorno -. La cascina di Tregarezzo, che risale al '600, è stata abbattuta qualche anno per farne un mostro. Ora tocca al mulino. Continuiamo così e rimarrà solo un bel comune dormitorio».
Alla cascina Tregarezzo sono stati realizzati degli uffici della Mondadori, e molti altri vecchi nuclei cascinali sono stati recuperati per fare posto a servizi e strutture pubbliche per la città, come lo spazio espositivo di Cascina Ovi e il teatro di Cascina Commenda. Edifici che un tempo versavano in forte stato di degrado.
«Penso che l'assessore Zanoli non sia la persona più accreditata per dire che le condizioni del mulino non lo rendono degno di essere recuperato - afferma Giancarlo Sella, un altro lettore -, in passato ha detto che avrebbe commissionato una valutazione alla commissione paesaggistica, invece non ha mai fatto nulla. Forse dovrebbe spiegare in che condizioni erano la cascina Ovi, la Commenda o i vari Oratori prima di essere recuperati. Anche le scoperte a Pioltello delle tombe romane sono dei ruderi, forse Zanoli avrebbe bisogno di un corso di aggiornamento o un giro al museo archeologico per capire l'importanza della storia».
La sezione locale del Wwf ha segnalato lo stato di degrado in cui versa il Mu lino alla Soprintendenza per i beni architettonici e p aesaggistici, che ha risposto all'appello degli ambientalisti con un sopralluogo e una richiesta formale al sindaco di poter visionare il progetto di edificazione approvato dal consiglio comunale: si tratta di una palazzina con 10 appartamenti.
ECCO IL NOSTRO POST DATATO LUGLIO 2011,CON LA DENUNCIA AI BENI CULTURALI
GRAZIE AI POLITICI,CHE STANNO CANCELLANDO LA STORIA DI SEGRATE
Segrate 14/07/2011
Là, dove c’era un mulino
A Segrate Centro, tra via Roma, via Grandi e via Gramsci, c’è un’area degradata con un vecchio mulino, è uno degli ultimi manufatti di Segrate Centro rimasti in piedi che ha un valore storico e sociale.
Ora “qualcuno” ha deciso di porre definitivamente fine alla sua storia, al suo ricordo, cancellando la memoria di un passato che ci appartiene e che ci proietta nel futuro, nel nostro futuro, ma anche in quello delle generazioni che ci seguiranno.
Ora “qualcuno”, con il suo comportamento, con le sue scelte, vuole distruggere questo ricordo negando ai nostri figli, di fatto, di riconoscersi in quello che eravamo, punto cardine e fondamentale per riconoscerci in ciò che saremo.
Il voler spezzare uno degli ultimi labili fili che ci riporta al passato, è una violenza alla storia, alla persona, ai ricordi, risorse (per parlare in termini economici) che ci rendono ancora uomini.
Ora so bene che anche per mantenere in vita la storia non è sufficiente il semplice “non intervenire”, visto che le umani cose hanno un ciclo di vita che le porta inevitabilmente al degrado, e con il tempo, ad un cumulo di macerie. L’intervento, necessario, direi auspicabile deve però tenere inevitabilmente conto della storia che ci sta dietro, non stravolgerla completamente (come sembra dai modelli di ristrutturazione presentati).
Se “domandare è lecito” da parte della proprietà, è anche vero che “rispondere è cortesia”, da parte delle autorità, di questo sono convinto e fortemente paladino nel farlo rispettare a tutti i livelli. Ma la cortesia si manifesta nella forma della risposta, non nel contenuto che deve essere scevro da ogni condizionamento, politico, religioso, economico.
Quando leggo che, l’esistente verrà abbattuto e verrà costruita una palazzina moderna di 4 piani, per 10-15 appartamenti. Il comune incasserà 150.000 euro per oneri di urbanizzazione e 182.000 per standard qualitativi, la prima cosa che mi viene in mente è che condizionamenti ci siano.
Il cancellare, in pieno centro di Segrate, là dove dovrebbe pulsare il cuore della nostra città, la storia che intorno a questo mulino si è consumata attraverso le generazioni passate che hanno calpestato quei terreni per portarvi a macinare grano, granoturco, per l’ alimentazione loro e dei loro figli, cereali per gli animali, che vi hanno sostato nell’attesa che la macina faccia il proprio lavoro, sviluppando relazioni sociali, accordi politici, concluso affari e matrimoni, è forse una storia “minore”, ma è la nostra storia, quella che più ci appartiene, quella che più ci caratterizza e che ci rende uomini veri.
Costruiamo una abitazione che rispetti il passato senza rinunciare al futuro, che si integri con quanto nel frattempo si è costruito intorno.
Non è utopia, ma è per mantenere in vita “Là, dove c’era un mulino”
”
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