lunedì 18 luglio 2011

GRAZIE AI POLITICI,CHE STANNO CANCELLANDO LA STORIA DI SEGRATE

Segrate 14/07/2011

Là, dove c’era un mulino

A Segrate Centro, tra via Roma, via Grandi e via Gramsci, c’è un’area degradata con un vecchio mulino, è uno degli ultimi manufatti di Segrate Centro rimasti in piedi che ha un valore storico e sociale.
Ora “qualcuno” ha deciso di porre definitivamente fine alla sua storia, al suo ricordo, cancellando la memoria di un passato che ci appartiene e che ci proietta nel futuro,  nel nostro futuro, ma anche in quello delle generazioni che ci seguiranno.
Ora “qualcuno”, con il suo comportamento, con le sue scelte, vuole distruggere questo ricordo negando ai nostri figli, di fatto, di riconoscersi in quello che eravamo, punto cardine e fondamentale per riconoscerci in ciò che saremo.
Il voler spezzare uno degli ultimi labili fili che ci riporta al passato, è una violenza alla storia, alla persona, ai ricordi, risorse (per parlare in termini economici) che ci rendono ancora uomini.
Ora so bene che anche per mantenere in vita la storia non è sufficiente il semplice “non intervenire”, visto che le umani cose hanno un ciclo di vita che le porta inevitabilmente al degrado, e con il tempo, ad un cumulo di macerie. L’intervento, necessario, direi  auspicabile deve però tenere inevitabilmente conto della storia che ci sta dietro, non stravolgerla completamente (come sembra dai modelli di ristrutturazione presentati).
Se “domandare è lecito” da parte della proprietà, è anche vero che “rispondere è cortesia”, da parte delle autorità, di questo sono convinto e fortemente paladino nel farlo rispettare a tutti i livelli. Ma la cortesia si manifesta nella forma della risposta, non nel contenuto che deve essere scevro da ogni condizionamento, politico, religioso, economico.
Quando leggo che, l’esistente verrà abbattuto e verrà costruita una palazzina moderna di 4 piani, per 10-15 appartamenti. Il comune incasserà 150.000 euro per oneri di urbanizzazione e 182.000 per standard qualitativi, la prima cosa che mi viene in mente è che condizionamenti ci siano.
Il cancellare, in pieno  centro di Segrate, là dove dovrebbe pulsare il cuore della nostra città, la storia che intorno a questo mulino si è consumata attraverso le generazioni passate che hanno calpestato quei terreni per portarvi a macinare grano, granoturco, per l’ alimentazione loro e dei loro figli, cereali per gli animali, che vi hanno sostato nell’attesa che la macina faccia il proprio lavoro, sviluppando relazioni sociali, accordi politici, concluso affari e matrimoni, è forse una storia “minore”, ma è la nostra storia, quella che più ci appartiene, quella che più ci caratterizza e che ci rende uomini veri.
Costruiamo una abitazione che rispetti il passato senza rinunciare al futuro, che si integri con quanto nel frattempo si è costruito intorno.
  Non è utopia, ma è per mantenere in vita “Là, dove c’era un mulino”
                                                                                            Pietro Ciacci

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