CANCELLATA LA STORIA, IL PAESAGGIO E LE EMOZIONI
CON IL COLPEVOLE ASSENSO
DEI PARTITI, DELLE ISTITUZIONI E DELLA STAMPA
La riserva
naturale Invernizzi e in particolare il suo vialone alberato, ha rappresentato
per molte generazioni, uno dei paesaggi storici, ambientali ed emozionali, fra
i più rinomati e ammirati dell’hinterland est di Milano.
Quanti
carretti nei secoli, si son recati a passeggiare in quel lungo viale alberato.
Quanti bambini
portati in gita a dondolarsi fra le possenti catene che adornano le entrate, o
ad ammirar quei leoni, che possenti, sembrano sian lì a salvaguardar il parco e
il viale, da vandali e deturpatori.
Chissà quanti
nonni, padri e figli, nell’album del loro matrimonio, hanno le foto scattate
sotto quelle fronde, con alle spalle quell’immenso filare di tigli
Anche il
mattino o la sera, a volte in coda, dopo una dura giornata di lavoro, fra
quegli alberi l’attesa diventava meno opprimente, sopportabile quasi svaniva.
Svaniva la
rabbia, la stanchezza e la mente e lo sguardo andavano lontano, quasi sognante,
con la sensazione di ritrovarsi in un paesaggio antico e bellissimo, liberi
nonostante la coda.
Ora quello che
per secoli c’era non ci sarà più, sacrificato impunemente allo sviluppo di una mobilità
sbagliata, cieca e ottusa, che passa sopra la nostra storia e le nostre
emozioni, senza neanche il tentativo di preservarle, distruggendole e
appiattendole per sempre.
Ci passa sopra
con il consenso silente dei partiti, delle istituzioni preposte a salvaguardare
i beni culturali, paesaggistici e ambientali.
Ci passa sopra
con il colpevole silenzio degli organi d’informazione, che in tutti questi
anni, avrebbero potuto prestare più attenzione alle nostre richieste di
salvaguardare quel viale.
Quel silenzio
omaggiato allo sviluppo di , una mobilità, frutto e al servizio d’interessi
economici, che non dovrebbero e non potrebbero mai passare sopra la nostra
storia e le nostre emozioni,
Uno sviluppo,
che quella storia, quel paesaggio e quelle emozioni, sarebbe dovuto essere
obbligato a trovare le soluzioni per salvaguardarle.
Procopio
Gregorio Andrea
Se io taglio un albero nel mio giardino mi fanno la multa. Se viene distrutto un "topos", un luogo del cuore, un lembo di territorio che è di per se' paesaggio, luogo emozionale, vissuto collettivo e individuale, patrimonio dell'umanità nel senso più autentico del termine, questo non deve essere considerato un reato? Come è stato possibile tutto ciò?
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