giovedì 15 dicembre 2011

NEL PGT NON C'E' TRACCIA DELLA QUESTIONE LAVORO!


«Rischiamo di trasformarci in una città dormitorio, piena di pendolari». «Sono cresciuto nel Pci, l’adesione a Sel è quasi naturale». «La sezione locale sarà dedicata a Enrico Berlinguer». «Stimo molto l’assessore Pedroni; pollice verso, invece, per Arseni e Zanoli»
POLITICA (Segrate) - Da sempre impegnato nella cosiddetta società civile, recentemente è stato anche candidato sindaco di Pioltello per  la lista civica Territorio e Società. Lui è Gregorio Procopio, una vita come commerciante a San Felice, residente a Liscate, ma, come dice lui stesso, «segratese dalle cinque del mattino fino alla fine del consiglio comunale». Insieme a Giuseppe Di Marzo ha dato vita a Sinistra Ecologia e Libertà proprio a Segrate. E allora conosciamolo meglio.
Come mai la scelta di aderire a Sel?
«Fin da giovane la mia storia politica si è svolta a sinistra. Sono cresciuto nel Pci dove peraltro ero iscritto. Era naturale che la mia scelta di ritornare attivo in un partito ricadesse su Sel. Anche perché condivido in pieno le posizioni e le idee di Nichi Vendola».
E quando nasce questa adesione?
«Il progetto va avanti da qualche tempo, ha una maturazione lunga già ai tempi della campagna elettorale per Pisapia dove ho fatto parte, insieme a Pino Di Marzo, delle cosiddette Fabbriche di Nichi che non sono nel senso stretto Sel, ma portano avanti gli stessi ideali».
Ha già avuto contatti con i vertici del partito?
«Ho avuto modo di conoscere i referenti di zona e provinciali. L’investitura vera e propria per costruire un circolo di Sel a Segrate nasce proprio alla festa provinciale che si è tenuta tre mesi fa a Sesto San Giovanni. In attesa che venga costruito, il nostro referente attuale è Wanda Buzzella che gestisce il circolo di Peschiera Borromeo».
E quando nascerà quello segratese?
«Non abbiamo tutta questa fretta. Ci sono norme precise all’interno dello statuto di Sinistra Ecologia e Libertà che vanno rispettate. Quando saremo un numero sufficientemente congruo, potremo indire un congresso, votare il segretario e dare finalmente vita al circolo, che peraltro abbiamo già in mente come chiamare».
E si può anticipare?
«Abbiamo intenzione di dedicarlo a Enrico Berlinguer».
Ma attualmente a Segrate siete già autorizzati ad essere la voce ufficiale del partito?
«In attesa della nomina di un segretario, io e Pino Di Marzo siamo autorizzati a parlare a Segrate per conto di Sel. Anche se abbiamo dei referenti su cui ci appoggiamo e con i quali ci confrontiamo. Il bello di questo movimento è proprio il fatto che si lavora sulla partecipazione e sulla condivisione con gli altri circoli della zona, in particolare con quelli di Peschiera, della Martesana e di Sesto».
A Segrate quanti hanno aderito a questo progetto?
«Per il momento siamo in sette, molti però sono già quelli iscritti al circolo della Martesana che dovrebbero passare con noi».
La sua recente esperienza a candidato sindaco di Pioltello quanto la sta aiutando in questa nuova avventura?
«Ogni esperienza la reputo formativa e porta un tassello in più nella mia crescita politica. Quella di candidato sindaco è stata bellissima ed è perfettamente in linea con il mio percorso politico che punta ad una visione più aperta al territorio. Non mi voglio solo fermare a Segrate, ma certe problematiche devono leggersi anche in rapporto ai Comuni limitrofi. Ad esempio, il futuro centro commerciale è innegabile che andrà a influire anche su chi confina con noi e non si può non ragionare in ottica più ampia. Se vogliamo, anche Segrate Domani, che raggruppava più comitati cittadini, nasceva proprio in quest’ottica: contribuire a scambiarsi informazioni tra i quartieri per essere presenti in tutto il territorio».
Quindi si rende conto che ora non potrà più pensare solo a San Felice?
«Il vostro giornale può fare da memoria storica e andare a rivedere le numerose lettere che vi ho scritto. Sapete bene che tranne il periodo iniziale, con la nascita del comitato che diceva no al centro commerciale, ho affrontato problematiche legate anche al resto della città, come la viabilità di Lavanderie, i parcheggi di Milano due e le rotte aeree di Redecesio. Come Sel questa visione sarà ancora più ampia, statene certi».
Cosa risponde a chi dice: Procopio e Di Marzo si nascondevano dietro le liste civiche, ma in realtà erano già schierati?
«Ognuno di noi ha un percorso preciso e idee politiche personali. Per quanto mi riguarda, posso però assicurare che all’interno del comitato Segrate Felice c’erano anche simpatizzanti della Lega ed ex democristiani. Quando poi si parla di alcune tematiche ben definitive è chiaro che le posizioni prese dai partiti di destra e sinistra ti portano inevitabilmente a schierarti. Ma le liste civiche a cui ho aderito non sono mai state pilotate da qualcuno e non avevano partiti nascosti che tiravano le fila».
Avete depositato osservazioni sul Pgt a nome di Sel?
«No, nessuna osservazione depositata».
Come mai?
«Semplicemente perché quando abbiamo creato Sel a Segrate non si potevano più depositare osservazioni. A livello personale però ho sollevato più volte l’attenzione su aspetti negativi importanti di questo Pgt che presto approveranno e ci imporranno».
Cosa non la convince in particolare del Pgt?
«Qualcosa che tutti, anche i partiti tradizionali, a mio avviso hanno sottovalutato. Si è posto molto l’accento sul disastro ambientale e sulla distruzione del territorio, ma nessuno ha parlato della totale assenza della questione lavoro. Il sindaco Alessandrini punta ad una città con 50mila abitanti, ma se a questi non diamo lavoro rischiamo di trasformarci in una città dormitorio, piena di pendolari. A mio giudizio manca completamente uno sviluppo delle aree produttive ad alta tecnologia».
Sul Golfo agricolo, invece, come vi muoverete?
«Su questo tema, già la scorsa primavera, con le Fabbriche di Nichi, ne avevamo parlato con Boeri perché è un tema che non riguarda solo Segrate e che può inserirsi anche in prospettiva Expo 2015. Di certo siamo contrari alla cementificazione, ma siamo consapevoli che non possiamo neppure salvarlo mantenendolo solo ad agricolo. Ci vuole un progetto che consenta alla proprietà di non perderci. Ed ecco che, magari collegandoci con l’Expo diffuso, si potrebbe ipotizzare una soluzione alimentare. Esiste un pool di architetti al politecnico che sta studiando proprio queste possibilità».
Pur non essendo rappresentati in consiglio comunale, avete già stabilito contatti con le altre forze di minoranza?
«Proprio quindici giorni fa siamo stati invitati ad un incontro dove ha partecipato tutta la minoranza. Con il Pd inoltre abbiamo già iniziato ad avere scambi di idee e abbiamo proposto alcune forme di collaborazione».
Mi dà un giudizio sul sindaco Adriano Alessandrini?
«È un ottimo city manager, un perfetto amministratore delegato. Questo ruolo lo ricopre bene. Sa vendere la sua immagine e le sue proposte nel migliore dei modi. A livello politico, invece, il mio giudizio è negativo per come si rapporta con il consiglio comunale e con le forze politiche presenti. Ha una visione di Segrate che punta ad un ritorno di immagine nel breve periodo. Sono soluzioni, le sue, che portano certamente benefici elettorali che però noi segratesi pagheremo nel medio-lungo termine. E penso ai nostri figli e nipoti».
C’è nella maggioranza un consigliere o un assessore che, invece, stima?
«Pur non conoscendolo di persona, credo che il lavoro dell’assessore Pedroni sia eccellente. Anche il suo modo di rapportarsi con gli altri direi che è serio e stimabile».
Chi invece non la convince per nulla?
«Dire che sono due. Il primo, per una totale mancanza di progettualità, è l’assessore al Commercio Lorenzo Arseni. Il secondo, nonostante le enormi capacità e professionalità, è l’assessore al Territorio Angelo Zanoli per lo stesso motivo per cui ho prima criticato il sindaco. Ha una visione dello sviluppo della città lontana anni luce da noi».
Come Sel quali sono gli obiettivi immediati che vi ponete?
«Innanzitutto crescere come numero. E poi lavoreremo per creare fin da subito le condizioni per un centrosinistra unito. Ci vuole cooperazione e collaborazione per raggiungere una visione a lungo termine della città. Ma il nostro obiettivo è anche quello di coinvolgere le associazioni laiche e cattoliche e il mondo del volontariato per costruire un programma di governo vincente alle prossime elezioni».
A livello nazionale, invece, che idea si è fatto del governo Monti e del pacchetto varato?
«Era necessario intervenire seriamente per affrontare una crisi regalataci da 15 anni di malgoverno, ma credo che l’approccio sia stato sbagliato. Non vedo equità. Ci vuole un’azione forte per tagliare i costi della casta. Inoltre non vedo un forte impegno per la lotta all’evasione fiscale e una patrimoniale che faccia pagare chi non l’ha mai fatto».
Roberto Pegorini

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