venerdì 11 dicembre 2009

Cronaca di una passeggiata per le vie di Segrate Centro

SEGRATE CENTRO – via Morandi – Stazione 3 dicembre 2009

In un bel pomeriggio di dicembre, di quelli con il sole molto rari in questo mese, ho voluto fare un’ escursione per le vie di Segrate in una zona che ogni volta che ci torno è sempre meno riconoscibile da due anni a questa parte. Parlo della zona della stazione che solo due anni fa era ancora vergine costellata di orti e di campi ma per la parte pubblica molto mal tenuta quasi una discarica a cielo aperto. Ma il progresso avanza e bisogna adeguarsi.Dunque partendo da via Cellini in centro arrivo sulla via Modigliani e come era mia consuetudine cerco di arrivare in stazione proseguendo per via Cellini e poi via Sanzio. Traversata la Modigliani mi fermo però perché noto il cartello di divieto di transito per le auto. Osservo la nuova situazione e realizzo che per far posto a marciapiede e pista ciclabile la via che prima era a doppio senso è diventata a senso unico. Nulla di male dico, ma vediamo se un automobilista che arriva da Redecesio davanti a questa nuova situazione riesce a trovare la nuova strada che lo porta in stazione. Cerco qualche cartello nelle vicinanze e a circa venti metri in direzione “quadrato” vedo il vecchio cartello con il simbolo del treno perfettamente nascosto dietro un alberello di ligustro piantato da poco...

Io che sono a piedi lo vedo stando molto vicino, però se fossi in auto questo cartello non lo potrei proprio vedere; sembra quasi che gli abbiano messo davanti un albero di proposito. Ma questo non è possibile, sarà stato una mancanza di coordinamento tra diversi enti comunali. Vabbè, ma se io arrivo da Redecesio come vado in stazione? Non posso mica scendere dalla macchina e cercarlo, dev’ esserci qualcos’ altro. Cerco invano ma niente. Procedo allora a tentoni sapendo dove si trova la stazione basandomi sull’ istinto di orientamento.Vado in fondo a Modigliani e giro a destra, con la speranza che alla rotonda prima del ponte degli specchietti ci sia qualche informazione.

Per fortuna mia la Stazione (che stazione non è ma solo fermata) è segnalata con due cartelli che dicono che devo prendere alla rotonda la prima a destra. Il secondo è nel centro della carreggiata sull’ attraversamento della ciclabile. A destra invece è segnalato l’ attraversamento di una ciclabile quella cioè che consente di passare dalla sinistra di via Morandi alla destra perché a destra si trova la nuova ciclabile del ponte degli specchietti, attraversamento presente da tempo ma molto pericoloso tant’ è che ho visto spesso i ciclisti attraversarlo a piedi.
Pericoloso anche perché essendo in prossimità della rotonda non è munito neanche di un lampeggiante. Ma il problema non è tutto qui, perché il ciclista che deve andare sul ponte, appena ha attraversato via Morandi deve subito attraversare via Benvenuto Cellini senza che quest’ ultimo sia minimamente protetto mancando completamente la segnaletica orizzontale, passaggio pedonale, lampeggiante ecc..; infatti gli automezzi che devono andare in stazione e devono svoltare a destra vedono il primo attraversamento ciclabile ma non s’ aspettano a 90° un secondo attraversamento. I segnali posti come nella foto non servono a nulla per chi sta svoltando a destra come dimostra la foto. Mi sembra che per la sicurezza dei ciclisti anche quando la situazione della viabilità sarà a regime è molto ma molto critica. E infine le bici che arrivano dal ponte arrivano in discesa a velocità sostenuta e c’è il serio rischio che finiscano per sbattere contro qualche ostacolo mobile.
E’ chiaro che le piste ciclabili qui attorno sono posticce, arrangiate sugli avanzi della viabilità studiata per gli automezzi. Più che una passeggiata il ciclista che si muove per diporto è sottoposto ad una serie di gimcane e ad uno stress da incidente incombente ad ogni pedalata. Figuriamoci chi la bicicletta la usa per il lavoro. Ma torniamo alla stazione!
Procedo sulla via Cellini alla ricerca della stazione ed all’ altezza dell’ ufficio vendite del Segrate Village ben visibile vedo l’ indicazione della Stazione. Finalmente! Ma rifletto; se fossi stato in auto ed avessi guardato i cartelli sulla mia destra di sicuro non l’ avrei visto quindi come se non ci fosse. ,tanto più che quella strada non posso imboccarla perché c’è di mezzo lo spartitraffico in cemento. Devo trovare un’ altra via di accesso e decido di andare avanti. Arrivo alla nuova rotonda Cellini – Sanzio. L’intuito mi dice che devo girare attorno alla rotonda per tornare indietro all’ incrocio che ho visto e decido in tal senso. Il mio cervello in azione sul cosa fare viene però interrotto da una voce che mi chiede: “scusi, sa indicarmi la strada per la stazione? “
La voce viene da un’ automobile che mi si è accostata e che sta girando alla ricerca della strada per la stazione. A questo punto non ho dubbi. Non è solo un’ impressione mia. Manca effettivamente un cartello all’ inizio della rotonda che dica di tornare indietro. Con mio compiacimento do le indicazioni all’ autista e procedo. Come in tanti bei film gialli la soluzione è alla fine. Infatti dopo aver girato la rotonda, quando cioè non hai più alternative trovi l’indicazione di andare diritto. Ma sarei stato costretto ad andare diritto anche senza il cartello. Ma chi ha messo i cartelli in questo modo? Non ho tempo per capire mi dico, andiamo avanti! Imbocco finalmente la strada della foto e comincio a percorrerla. E guardando in basso a sinistra vedo il simbolo della ciclopedonale e la striscia gialla ben visibile MA Meraviglia delle Meraviglie anziché vedere biciclette vedo un autotreno parcheggiato. Mi sembra strano sarà qualche autista disattento in sosta temporanea, ma rischia perché se passano i vigili sono guai, è come se senza autorizzazione mettessi la mia auto nell’ area dei diversamente abili. Procedo ma le mie perplessità aumentano, perché subito dietro questo un secondo TIR e poi un terzo. Mi sorge il sospetto che abbiano sbagliato la segnaletica. Ma non scherziamo, ci sono fino alla stazione autotreni parcheggiati. Ma com’è possibile? Faccio delle foto e mi si avvicina un cittadino che mi chiede perché fotografo. Gli spiego le mie perplessità e lui che probabilmente ha i miei stessi dubbi mi spiega che passa molte volte al giorno di li e che quei TIR parcheggiati sono una costante tutto il giorno. Gli chiedo: Ma perché?
Dice che il parcheggio della stazione è pieno e purtroppo questi camionisti devono fare carico /scarico e a volte anche riposarsi e altri parcheggi non ce ne sono quindi occupano la ciclopedonale. Ma è pazzesco dico, perché in stazione ci va tanta gente in bici, e dove passano? E poi i vigili cosa fanno quando passano?

 Mi dice che i vigili passano sempre alla stessa ora e quando passano (alla mattina presto) non ci sono ancora i TIR. E’ chiaro che i vigili magari chiudono un occhio e ci passano sopra perché questa gente deve pure lavorare e da qualche parte devono anche parcheggiare. Ma allora si guarda sempre un certo tipo di lavoro. Chi per lavoro deve usare la bici non esiste? Possibile che non c’erano soluzioni diverse?
C’è poi da considerare che questa stradina a doppio senso a questo punto non ha né passaggio pedonale né ciclabile ed è di fronte al cantiere del Village e durante tutto il giorno c’è un’ ulteriore traffico di automezzi al cantiere e poi ci sono gli automezzi Caronte che vanno su e giù ogni mezz’ora!! E poi c’è il traffico privato sempre alla stazione. E poi e poi….
Mi sembra che pedoni e bici che si avventurano su questa strada rischiano grosso. Stando così le cose non si poteva mettere su questa strada come avevano fatto a suo tempo col ponte degli specchietti il divieto di transito a pedoni e biciclette? Ma in caso di incidenti ? Vabbè mi dico, mi pongo troppe domande, tanto il comune ha stipulato un’ assicurazione gratuita per tutti i segratesi, anche se uno ci lascia la pelle l’assicurazione paga. Ma è veramente così? Anche se uno viene arrotato qui? Boh, andiamo avanti che di questo passo alla stazione non ci arrivo più. E allora finalmente ci arrivo. C’è il tabellone dei lavori al Village. Dice inizio lavori 23 marzo 2008; durata lavori: 663 giorni. Mi costringe a fare i conti; se lavorassero anche i sabati e le domeniche dovrebbero terminare il 15 gennaio 2010. Ma dandola in quella forma e non come “data fine lavori” vuol dire che lasciano aperta la porta a ritardi. Il parcheggio è occupato quasi al completo, ma non penso siano tutti utenti della stazione visto che gli operai che lavorano alle case del Village (e sono tanti) parcheggiano tutti qui. Ma questo non importa solo che non so farmi un’ idea di quanti con l’automobile usano la stazione. Vedo solo qualche moto e un paio di bici parcheggiate. Entro nella stazione che si presenta molto male; sembra una stazione abbandonata tipo quelle che si vedevano nei film del far west. Faccio un giro veloce nei sottopassaggi e sull’ altro lato e la situazione che vedo è da terzo mondo. La stazione è deserta, non c’è traccia di presenza umana, muoversi qui è angosciante. Viene quasi paura.
Tutte le pareti (si salvano forse i soffitti) sono intensamente da murales verniciati da “writers”. Non vedo neanche cose di valore artistico. Di sicuro a determinate ore ci sono (state) persone che con tutto comodo si sono messe a trasformare gli intonaci dei sottopassaggi senza che nessuno se ne accorga. Ma questi lavori sono costati alla collettività. E’ questo il modo di curarli? Basterebbero un impianto con due o tre telecamere protette in punti chiave della stazione che mandino immagini in time sharing su un tavolo dei vigili e che registrino il tutto per 24 ore (e che costerebbe molto molto poco rispetto ai danni che vengono fatti). Oggi con la tecnologia non è nemmeno necessaria la presenza fisica come deterrente.
Vado a vedere gli orari per parlare con qualche utente che usa la stazione. Torno di sopra e vado ai tabelloni. Mi si presenta una scena indescrivibile. Sembra che siano passati i vandali. E sono anche troppo buono. I vetri delle bacheche dove ci sono gli orari sono sfondati in più punti e per non cadere a pezzi qualche volenteroso l’ ha riparata con nastro neanche trasparente. Data l’umidità e la condensa che si forma dentro non si legge assolutamente nulla. Per fortuna ci sono due bacheche. Mi sposto sull’ altra. Peggio che peggio. Sull’ altra devono addirittura averci sparato sopra; si vede benissimo il foro del proiettile. Ma dove mi trovo? 
Almeno poter consultare gli orari. Ma chi ha la responsabilità almeno degli orari? Quelli del Passante Ferroviario cui si paga un bel biglietto per il suo uso. Forse il comune non è informato, perché come minimo dovrebbe protestare. Ma forse ci si è rassegnati agli atti di vandalismo ripetuti che rendono nulle le riparazioni? Penso ci sia una situazione di scaricabarile. E non è una situazione transitoria. E’ da anni che si sente dire che la stazione è un disastro. Io conosco bene le stazioni del passante e sono tutte non dico uno specchio ma quasi. Come mai? Viviamo su un altro pianeta?

Di sicuro quello che si sente dire in giro (e lo sto constatando di persona) il comune più ricco dell’ hinterland milanese ha la stazione ferroviaria più scalcinata e malmessa che si possa immaginare. L’ immagine che ne viene fuori per un estraneo che mette piede nella cittadina più ricca del milanese per la prima volta arrivando dal passante deve essere sicuramente scioccante.
Non so cosa possono fare i volontari che verso sera all’ora del rientro dei pendolari, quando la stazione si anima di persone che più che uscire sembra che scappino per rifugiarsi in macchina o sui bus di Caronte. Ci ho parlato di persona con questi volontari che di norma sono in gruppo di tre o quattro (che me l’ han detto loro non vogliono essere assolutamente assimilati alle ronde) che dalle 18 alle 21 presidiano la stazione. Ad ogni arrivo di treno schizzano nei due o tre punti di uscita dei viaggiatori e controllano il regolare flusso di entrata e di uscita, quasi che da un momento all’altro possa succedere qualcosa di brutto. Si rammaricano che dalle 21 alle 23 la stazione non è controllata da nessuno. In conclusione durante il giorno (ore non di punta) il luogo è completamente in abbandono, per cui al di la dei cittadini che usano il passante per motivi di lavoro tutto il resto degli utenti che volessero usare il passante fuori da questi orari e parlo di pensionati/e, mamme con bambini, studenti ecc.. sono fortemente scoraggiati da questa idea. Poi, e questo si lega a quanto detto per la pista ciclabile occupata dagli autotreni,manca un servizio di pattugliamento da parte della polizia locale che non penso manchi a Segrate e che faccia la spola verso la stazione con una certa frequenza, visto che sono presenti abbastanza sul territorio in altre parti ma sempre e comunque a far multe negli orari di traffico. Ci si aspetterebbe negli orari normali che le stesse pattuglie sorvegliassero magari anche zone un pò critiche che a Segrate non mancano certo.






































Ciclisti anche giovani che a fine lavoro utilizzano la pista ciclopedonale del ponte specchietti visti dal piazzale della stazione. Ma perché è più comodo portare la bici a mano o in spalla anziché pedalare?!

Enzo Scaparrotti

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