Berlusconi rivaluta una dittatura (orribile come tutte le dittature) nel giorno in cui si ricordano le persone che anche di quella dittatura furono vittime.
"Il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa di un leader,
Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene". Non lo
dice un vecchio nostalgico al quinto bicchierino di grappa, bensì l'ex
Presidente del Consiglio e leader della coalizione di destra, Silvio
Berlusconi. Lo dice nel giorno della memoria, in una giornata che
dovrebbe essere dedicata al ricordo della Shoah e vedere tutti - al di
là delle proprie appartenenze politiche - condividere il dolore e la
speranza.
Berlusconi rivaluta una dittatura (orribile come tutte le dittature) nel giorno in cui si ricordano le persone che anche di quella dittatura furono vittime. "Le parole di Berlusconi - ha scritto Dario Franceschini - sono una vergogna e un insulto alla storia e alla memoria. Chieda oggi stesso scusa agli italiani". Impossibile non essere d'accordo con il presidente dei deputati del Pd.
Sul fascismo e sul nazismo il giudizio di condanna netta e senza appello appartiene a tutte le democrazie occidentali. E non c'è alcun paese democratico che accetti la volgarità della difesa di regimi condannati dalla Storia. Negli USA e nei paesi europei di lunga tradizione democratica, i politici possono dividersi su tutto ma mai e poi mai accetterebbero la difesa delle dittature, consapevoli che la forza di una democrazia risiede nel rispetto delle sue istituzioni e nel rifiuto di qualunque folle ideologia che nega la libertà.
Scrive Debora Serracchiani che è "semplicemente disgustoso che proprio nel Giorno della Memoria Berlusconi si metta a fare distinguo e a riabilitare l'opera del dittatore che ha trascinato l'Italia nella Seconda guerra mondiale". Disgustoso, è questo l'aggettivo più adatto per descrivere lo stato d'animo di milioni di italiane e italiani. Non proviamo neanche rabbia, solo disgusto.
Sarebbe bello se, in un sussulto di dignità, politici e cittadini di destra dicessero che chi dice cose come quelle dette da Berlusconi non rappresenta nessuno. Sarebbe il segno di un'Italia diversa, divisa nei progetti ma unita nei suo valori fondanti, coesa nel rispetto della Costituzione, affratellata dal ricordo delle vittime della dittatura e della violenza, orgogliosa della sua storia, fiera di credere nel valore della democrazia.
Quell'Italia che resiste al fascismo, che si oppone alle mafie, che ha nei fedeli servitori delle istituzioni i suoi punti più alti di sintesi. L'Italia di Francesco d'Assisi, di Leonardo da Vinci, di Dante Alighieri, di Antonio Gramsci, di Alcide De Gasperi, di Enrico Berlinguer, di Aldo Moro, di Giovanni Falcone, Nino Caponnetto, Paolo Borsellino; l'Italia delle tante donne e tanti uomini che quotidianamente offrono il loro lavoro per il bene comune; l'Italia dei deportati e delle vittime della Shoah.
Quell'Italia che appartiene a tutte e tutti e che proprio nella giornata della memoria, Berlusconi offende.
di Michele Sorice - 28 Gennaio 2013
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