domenica 6 gennaio 2013

CONTO ALLA ROVESCIA 12 GIORNI E POI..............






Milano - La deadline è il 18: dal giorno dopo, le lettere di licenziamento potranno partire. E i 244 esuberi per il personale del comparto (infermieri, tecnici e amministrativi) diventeranno effettivi. Cresce l´ansia al San Raffaele: dopo la fine delle trattative tra azienda e sindacati (il 15 dicembre, senza un´intesa), l´ultima speranza di accordo è affidata all´incontro tra azienda, lavoratori e ministero del Lavoro. Ma da Roma tutto tace. In ospedale il clima è sempre più teso: il 31 dicembre la direzione ha inviato una nota in cui viene confermata (come già detto il 31 ottobre, quando furono annunciati i licenziamenti) la disdetta di tutti gli accordi aziendali, stipulati dal 1973. «Ci hanno tolto anche il "sacchetto" di panini e frutta previsto per chi faceva il turno di notte - denunciano i sindacati - . Una spesa di due euro a persona». Ieri i lavoratori hanno manifestato in piazza Argentina, indossando magliette con la scritta "Non siamo in saldo".
La possibilità di un accordo, anche in extremis, sembra lontana. Ma che cosa cambierà in via Olgettina se i licenziamenti non saranno evitati? L´azienda ha spesso sottolineato che assistenza e servizi non subiranno variazioni. I lavoratori non la pensano così: «Scomparirà il servizio di re-call per confermare gli appuntamenti per visite ed esami - dice Angelo Mulè, coordinatore della rsu - . A rischio i controlli nei magazzini di farmaci e scorte. Per non parlare della ventilata riorganizzazione delle sale operatorie, con la riduzione del personale da tre a due persone». La lettera di licenziamento collettivo inviata dall´azienda di fatto delinea una "mappa" abbastanza dettagliata dei lavoratori a rischio. I più colpiti sono quelli delle "attività di supporto» (ausiliari e operatori socio-sanitari): 71 gli esuberi, sui 130 totali dell´area sanitaria. Tra questi, in eccedenza vengono considerati anche 35 lavoratori (infermieri e infermieri generici) dei servizi "a bassa specializzazione", come ambulatori e laboratori. Non toccati invece i lavoratori dei reparti di degenza e terapie intensive. Il sindacato: «È una stima che potrebbe essere rivista anche dopo che gli esuberi diventeranno effettivi: per ora nessuno è al sicuro. Senza contare che la disdetta degli accordi aziendali stipulati negli ultimi 40 anni non riguarda solo i 244 licenziati, ma tutti i 3mila dipendenti del comparto dell´ospedale». Tra gli amministrativi gli esuberi stimati sono 106 (tra cui, appunto, i sette lavoratori del call center e 11 dei 13 dipendenti dei magazzini). Otto i licenziamenti previsti nell´area ricerca. «Speravamo di avere già notizie da Roma, e una data per l´incontro con il Ministero - dice Margherita Napoletano, sindacalista Usb -. A fine mese faremo un altro sciopero, salvo una conciliazione in prefettura».
Immagine di copertina

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