Poi nel pezzo, due righe appena. Molto generose.
Eppure non è in una nota che il governo spiega l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio, bensì in un video, con la Fornero in collegamento con un convegno della Fondazione Cariplo. E, soprattutto, con un paio di parole in più. Parole determinanti. Perché il governo «pensa di introdurre qualche giornata obbligatoria per sfatare il mito che la maternità sia solo una questione di donne».
«Qualche giornata». Quante? Tre, secondo l’Ansa. E abbiamo così capito a quanto equivaleva la «x» di cui parlava la Fornero, quando annunciava in ogni tv che lei voleva proprio farla questa riforma del congedo familiare. Lei precisa in tutto ma così vaga sui giorni che sarebbero toccati ai papà, quanti sarebbero stati i giorni in cui i genitori sarebbero stati veramente due, e non uno, sempre lo stesso, sempre la donna. Vale dunque tre: i padri saranno tali per tre giorni, 72 ore in tutto. Questa sì che è parità. Ora sì che siamo un paese civile.
«Qualche giornata». Quante? Tre, secondo l’Ansa. E abbiamo così capito a quanto equivaleva la «x» di cui parlava la Fornero, quando annunciava in ogni tv che lei voleva proprio farla questa riforma del congedo familiare. Lei precisa in tutto ma così vaga sui giorni che sarebbero toccati ai papà, quanti sarebbero stati i giorni in cui i genitori sarebbero stati veramente due, e non uno, sempre lo stesso, sempre la donna. Vale dunque tre: i padri saranno tali per tre giorni, 72 ore in tutto. Questa sì che è parità. Ora sì che siamo un paese civile.
Mica come la Svezia. Lì i giorni obbligatori son 60, retribuiti all’80%. Lì molti papà ci prendono gusto e partecipano al congedo con una media di 96 giorni.
Barbari.
Barbari.
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