CEMENTIFICAZIONE FRA INGENUITÀ E CRIMINALITÀ
INGENUITÀ E CRIMINALITÀ
PERCHÈ UN REGALO (AGLI SPECULATORI) NON È SOLO UN REGALO
Di Mario De Gaspari
In un mondo senza incertezza solo i matti utilizzerebbero la moneta
come riserva di valore. Lo sosteneva Keynes, per il quale il tratto
essenziale dell’economia capitalistica è proprio l’incertezza. La moneta
è un’attività finanziaria, come lo sono le azioni, le obbligazioni e
ititoli del debito pubblico. Un portafoglio diversificato di un’unità
finanziaria contiene un po’ di tutto e si sposta su attività più o meno
rischiose a seconda che prevalgano l’ottimismo o il pessimismo.
Nelle fasi euforiche le preferenze vanno alle attività a rischio, nelle
fasi incerte alle attività sicure (come la moneta o i titoli del debito
pubblico, se questi ultimi sono ritenuti sicuri). Il problema è che se
tutte le unità finanziarie seguono questa specie di logica, come sembra
avvenga, l’unica cosa certa è che dopo l’euforia ci sarà la depressione.
Infatti se anche le banche sono guidate dalla logica prospettive
euforiche/investimenti a rischio, nel momento dell’incertezza saranno
indotte alla tesaurizzazione della moneta, né più né meno come tutte le
altre unità finanziarie, e quindi causeranno la temuta stretta
creditizia e, in casi particolari, il temutissimo crollo dell’erogazione
del credito. fin qui è tutto chiaro e lineare ed è a partire da
considerazioni di questo tipo che prendono forza le posizioni di coloro
che chiedono di vietare o regolare le attività rischiose delle banche:
lo steagall glass act del ’33 e la legge bancaria italiana del ’36
andavano proprio in questa direzione ed erano risposte adeguate
all’economia della crisi. L’abbandono di queste leggi va considerato
invece una risposta coerente con il clima culturale e le aspettative
dell’economia del boom. Infatti tutto è cambiato quando, eravamo nella
metà degli anni ’60, si è cominciato a pensare che l’economia e la
finanza erano destinati all’espansione perpetua e che semmai l’unica
incertezza riguardava il tasso di crescita.
Il campo dei valori
immobiliari si comporta in maniera omologa, perché anche i valori
immobiliari hanno caratteristiche finanziarie. Quindi nei periodi di
boom, di euforia immobiliare, prevalgono gli atteggiamenti e le
posizioni a rischio, sia da parte dei proprietari e dei costruttori (che
a volte ma non necessariamente coincidono), sia da parte dei
risparmiatori (che invece di tesaurizzare moneta investono nel mattone),
sia da parte delle banche.
Col passaggio dall’euforia alla depressione
le posizioni ultrspeculative tentano di diventare speculative e quelle
speculative tentano di diventare coperte. L’operazione è però
impossibile nell’insieme perché la caduta di valore dei beni è causata e
si riflette sui flussi di contante attesi (mutui e rimborsi dei
prestiti). Le banche si trovano esposte non perché e sopravvenuta la
crisi del mercato immobiliare, ma perché a causa della crisi le
posizioni speculative e ultraspeculative non possono più essere
convalidate dai flussi di contante.
Una politica urbanistica
espansiva da parte dei legislatori e dei comuni nei periodi euforici
rafforza le aspettative e spinge al boom, nei periodi di depressione ha
l’unica funzione di convalidare le posizioni speculative o
ultraspeculative degli immobiliaristi, senza benefici né per i
costruttori né per i risparmiatori, perché può al massimo riposizionare
gli immobiliaristi verso le banche, ma non può rimettere in moto il
flusso di contante.
Se la generosità comunale verso gli speculatori
immobiliari è comprensibile nel clima culturale dell’euforia
finanziaria, nel clima della depressione è solo la spia di una criminale
complicità.
Nessun commento:
Posta un commento
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001.
Chi lascia commenti ai post si assume ogni responsabilità civile e penale di ciò che scrive. L';autore del blog declina ogni responsabilità per i siti segnalati e per il loro contenuto.