venerdì 7 giugno 2013

DOPO LE TANTE BALLE DETTE ORA IL DUO DE NICOLA-ALESSANDRINI DANNO CONSIGLI





DOPO AVER CREATO A MISURA,ILCAOS DE NICOLA E COMPANY ORA SE NE VENGONO
FUORI CON QUESTI CONSIGLI AGLI UTENTI,DEVONO CAMBIARE ABITUDINI COME SE
FOSSE FACILE PERCORRERE PERCORSI ALTERNATIVI ALLA RIVOLTANA E 

CASSANESE.
POI IL SINDACO DI SEGRATE PER GIUNTA NON E' CONTENTO,DOPO NON AVER 
TUTELATO TREGAREZZO,E I SUOI RESIDENTI.ORA SI ARRABBIA ED ESCE 
DALL'INCONTRO SBATTENDO LA PORTA.NON CONSAPEVOLE CHE IL CAOS LO HA
CREATO LUI CON LA COMPLICITA' DI DE NICOLA.


AUTOMOBILISTI, CAMBIATE ABITUDINI - “Per ridurre il disagio è fondamentale che la Rivoltana venga percorsa esclusivamente da utenti il cui viaggio abbia origine o destinazione nelle aree con accesso sulla strada – ha spiegato De Nicola ai partecipanti al tavolo in Provincia del 5 giugno, tra i quali i rappresentanti di Segrate, Pioltello, Vignate, Settala e Rodano oltre che delle più importanti aziende che hanno sede lungo il tratto interessato dai lavori – per tutti gli altri utenti occorre cambiare abitudini, attraverso l’identificazione di itinerari alternativi o l’incentivazione nell’uso del trasporto pubblico”. In particolare, gli autisti di tir e autocarri, che, spiega De Nicola, “dovranno percorrere itinerari alternativi a Rivoltana e Cassanese, esclusi quelli che compiono operazioni di carico e scarico in zona”. Da qui, la proposta di ampliare i parcheggi delle stazioni di Pioltello e Segrate per incentivare l’utilizzo del treno. Ma dal Comune di Segrate hanno fatto notare come, in tanti anni, non si sia riusciti neppure a ottenere il biglietto unico per bus e passante, e non è chiaro come in 15 giorni si possa trovare una soluzione con eventuali servizi navetta (ad esempio per i dipendenti delle aziende) e percorsi di linea alternativi per i mezzi pubblici.

SEGRATE: “ASSOLUTAMENTE CONTRARI” - “Siamo assolutamente contrari a questa proposta” – è stata la reazione del sindaco di Segrate Adriano Alessandrini  – e non intendiamo sottoporre i nostri cittadini, già giustamente al limite della sopportazione, a questo ennesimo sacrificio. Questo soprattutto dal momento che la rotatoria di San Felice verrà aperta a fine giugno solo in parte, con un’unica corsia, e soprattutto perché l’apertura del viadotto verrebbe rinviata a febbraio 2014″.
“Le soluzioni di viabilità alternative proposte dalla Provincia, seppur generose, non appaiono sufficienti – spiega il sindaco – e andrebbero ad aggravare la situazione, già difficile, di altre strade. Per questo abbiamo chiesto con forza all’assessore provinciale Giovanni De Nicola che, qualora la proposta di Brebemi dovesse andare in porto, a fronte dell’enorme sacrificio richiesto ai cittadini, la Società si impegni a garantire continuità dei cantieri 7 giorni su 7, 24 ore su 24 per portare a compimento nel più breve tempo possibile i lavori”.
PRONTE ROTATORIA SAN FELICE E BRETELLA IDROSCALO -Alcuni punti fermi, nel cronoprogramma, sono comunque rimasti invariati: intanto, la rotatoria di San Felice dovrebbe aprire attorno al 26 giugno. Prima, all’incirca verso il 19 giugno, dovrebbe aprire anche la bretella di collegamento tra la Mirazzano-Vimodrone (in prossimità dell’ingresso del quartiere) e la SP15 (il tratto di Rivoltana che costeggia l’Idroscalo): queste due opere saranno le uniche a dare un po’ di sfogo al traffico, in mancanza del cavalcavia che avrebbe dovuto aprire a luglio, pur con una sola corsia per senso di marcia.

L’apertura del cavalcavia di San Felice è slittata a febbraio 2014
Cavalcavia rimandato a febbraio 2014 perché, senza la rotonda di Tregarezzo pronta, si creerebbe un effetto imbuto. Intanto, sarebbero in programma dei lavori straordinari, non ancora confermati però dalla Provincia, per i due fine settimana del 14 e del 21 giugno: mantenuta la doppia corsia in direzione Milano e una sola corsia verso Melzo per il weekend del 14 giugno, e poi una corsia sola in entrambe le direzioni per il weekend successivo. Così dovrebbe restare, dopo, in teoria, fino a fine lavori. La Provincia sta raccogliendo le proposte da tutte le parti coinvolte per definire la questione, prima di emettere le ordinanze del caso.

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