"L'omosessualità è una malattia".
Bufera sulla catechista di Segrate
La frase pronunciata da una insegnante sessantenne durante il corso di preparazione alla cresima. I ragazzi, tutti di terza media, hanno reagito e in due si sono ritirati dalle lezioni. Il sindaco di centrodestra: "Le sue affermazioni appartengono a un passato che la società civile ha superato. Anche il parroco prende le distanze
di GABRIELE CEREDA
La parrocchia di Segrate
Alla fine del confronto due di loro (su un totale di dieci) hanno deciso che non frequenteranno più le lezioni. “Una scelta fatta in autonomia”, spiegano mamme e papà dei due ragazzi. La vicenda ha impiegato poco a varcare i cancelli dell'oratorio e uno dei genitori ha voluto portare il dibattito su Facebook. In poche ore il post ha raccolto oltre 200 commenti. Spaccato a metà, il popolo della Rete si divide fra chi sta dalla parte dei ragazzi (“Un'insegnante così è da cacciare il prima possibile”, “ho fatto bene a non far frequentare le ore di religione ai miei figli”) e c'è si schiera invece con la catechista (“In fin dei conti ha espresso una posizione personale”). Adriano Alessandrini, sindaco di centrodestra di Segrate, taglia corto: “Quando consegniamo la Costituzione
A Segrate da due giorni non si parla di altro. E qualche genitore è arrivato a chiedere la testa della catechista. “Forse è un po' troppo, magari si è trattato di un equivoco – dice don Andrea Sangalli, prete degli oratori di Segrate – Stiamo parlando di argomenti delicati. La Chiesa esprime una posizione chiara, ma il rispetto alle persone deve rimanere al di sopra sopra ogni tipo di considerazione e va al di là delle scelte personali di ogni individuo”.
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