venerdì 7 giugno 2013

OTTO RICHIESTE DI CONDANNA PER IL FALLIMENTO DI SANTA MONICA-BOFFALORA

Processo Vegagest, il pm: «Condannate Murolo»

Chiesti tre anni e sei mesi per l’ex direttore generale Carife Speculazioni immobiliari che causarono un grave danno alla banca


    Si è chiusa con otto richieste di condanna a pene tra due e sei anni la requisitoria del pm di Milano Gaetano Ruta nel processo per truffa legato ai progetti di sviluppo immobiliare denominati Milano Santa Monica e MiLuce. Per l’ex direttore generale della Cassa di Risparmio Gennaro Murolo, rimosso nel 2009 a seguito dell’ispezione di Bankitalia, la procura ha chiesto una condanna a tre anni e sei mesi con il riconoscimento delle attenuanti anche per non aver chiesto rinvii a causa del terremoto.
    In aula il pubblico ministero ha ripercorso le fasi delle contestate operazioni immobiliari che hanno comportato per Carife un’esposizione di circa 140 milioni di euro nei confronti del Gruppo Siano. Entrambe le operazioni infatti erano state finanziate dalla Cassa di risparmio di Ferrara e dalla sua controllata, la Sgr Vegagest, in particolare dalla sua società attiva nel settore del real estate, Vegagest immobiliare. Per la procura di Milano, attraverso questi progetti di sviluppo immobiliare sarebbe stata portata avanti una truffa ai danni della Carife, attraverso tra l'altro l'acquisto di terreni comprati per importi poco rilevanti e poi rivenduti con plusvalenze di decine di milioni di euro.
    Nel dettaglio, oltre alla condanna a tre anni e sei mesi (più multa da 3mila euro) per Gennaro Murolo, ex direttore generale della Cassa di risparmio di Ferrara, la procura ha chiesto la condanna a sei anni per gli imprenditori campani Dante e Luigi Siano, a quattro anni e sei mesi per i fratelli Aldo e Giorgio Magnoni (gruppo Sopaf), a quattro anni e sei mesi per Sandro Bordigoni (della Navir), a quattro anni per Mirko Leo e a due anni per Nadia Mangiarotti, entrambi della Commerfin, società riconducibile ai fratelli Siano.
    L’ex direttore generale di Carife si è difeso sostenendo che le delibere Aster e Calatrava, con le quali tra il 2006 e il 2009 erano stati avviati e sviluppati i maxi interventi immobiliari del gruppo Siano, furono approvate per 30 volte dal consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Ferrara, e in precedenza avevano ottenuto il parere favorevole del Comitato per il credito. Sempre alla presenza del collegio sindacale, e all'unanimità. L'ex direttore aveva poi evidenziato che dal processo non erano emersi flussi di denaro in suo favore, e che prima delle operazioni Milano Santa Monica e MiLuce non aveva mai conosciuto i Siano.
    Nell’inchiesta milanese erano finiti indagati anche l’ex presidente Carife Alfredo Santini e l’ex vicedirettore Giorgio Tomari, nell’ambito di un filone secondario. Nell’ottobre scorso però il gip aveva disposto l’archiviazione della loro posizione insieme a quella di un’altra decina di co-imputati, tra cui lo stesso ex direttore generale Gennaro Murolo.

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