Tra le 19.00 e le 23.00 di ieri, 14 febbraio, è avvenuto un grave atto vandalico nell’aula sindacale del San Raffaele di Milano: è stata trovata la porta di ingresso aperta e l’armadio in cui era custodito il materiale utilizzato per la consultazione referendaria forzato e aperto. E’ stato bruciato del materiale cartaceo. Un anno fa si era verificato un episodio analogo, ci dicono i delegati Usb. Dopo i recenti eventi seguiti al referendum che ha bocciato l’accordo sui licenziamenti, i lavoratori chiedono un clima aziendale sereno, considerando anche la peculiarità della mission aziendale: la cura dei malati. Chiedono inoltre all’amministrazione di individuare un locale idoneo ad essere adibito ad aula sindacale, per tutelare l’incolumità dei delegati. Riportiamo il comunicato.
Chi si nasconde dietro questo vile attacco?
Il 14 febbraio alle ore 23.30 alcuni delegati sindacali hanno constatato che nell’aula sindacale l’armadio della commissione elettorale, in cui era custodito il materiale utilizzato durante l’ultimo referendum, è stato forzato e si è anche tentato di produrre un incendio. Dell’accaduto è stato prontamente investito il Commissariato competente che, intervenuto, ha provveduto agli accertamenti del caso.
Non è la prima volta che le lotte delle lavoratrici e lavoratori del San Raffaele subiscono un simile vile attacco. Già nel marzo 2011, durante le elezioni per il rinnovo della RSU, vi era stata la devastazione dell’aula sindacale. Ora la storia si ripete, con continui e preoccupanti segnali. Delegate e delegati che vengono additati, in modo anonimo, come i responsabili dei licenziamenti che l’Amministrazione dell’ospedale vuole effettuare. L’aula sindacale viene di nuovo presa di mira e non vorremmo dover registrare in futuro episodi ancora più gravi. La nostra è una lotta di resistenza ad un feroce attacco padronale. Una lotta condotta alla luce del sole, nei solchi delle dinamiche democratiche. Una lotta fatta di enormi sacrifici personali e familiari, con un presidio che va avanti 24 ore al giorno da più di 3 mesi. La nostra resistenza è combattuta a viso aperto ed armata solo delle “sacrosante” ragioni che ci spingono ad andare avanti.
A chi fa paura tutto questo? Chi sta buttando benzina sul fuoco? Cosa si nasconde dietro questo tentativo di drammatizzare il conflitto? Dobbiamo temere per la nostra incolumità quando di notte dormiamo in quelle tendine che non fanno del male a nessuno se non alla nostra salute?
Ancora una volta richiamiamo alle loro responsabilità le istituzioni di un paese democratico qual è l’Italia. Occorre intervenire affinché un clima di serenità, di normali relazioni sindacali, di dialogo serio e costruttivo venga riportato al San Raffaele. Questo serve a noi lavoratrici e lavoratori ma anche agli ammalati, agli utenti e ai cittadini tutti. (Daniela Rottoli, Graziella Monacelli, Rsu Usb)
di Redazione | @cassintegrati
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