venerdì 17 agosto 2012

UN' ALTRO GRIDO DI DOLORE PER IL LAVORO A SEGRATE!


IL SINDACO DI SEGRATE INTERVENGA SUBITO,CON IL SUO PROGETTO PER SALVARE 32 FAMIGLIE MESSE SULLA STRADA DALLA SPEM.






Segrate, l’impresa farmaceutica dà il via ai licenziamenti un mese prima del previsto. La ditta non ha neppure concesso alle tute blu gli ammortizzatori sociali
di Patrizia Tossi
I lavoratori Spem di Segrate in protesta
I lavoratori Spem di Segrate in protesta
Segrate, 16 agosto 2012 - Serrata anticipata delle attività, così la Spem chiude i battenti del magazzino di Segrate e invia 32 lettere di licenziamento a sorpresa. La società segratese, specializzata nella commercializzazione e nella distribuzione dei farmaci nel Milanese, ha stretto i tempi della dismissione delle attività rispetto a quanto concordato a luglio al tavolo regionale del lavoro.
Sfumato l’accordo con i sindacati, l’azienda non aveva accettato la richiesta delle rsu di attingere agli ammortizzatori sociali per rendere i licenziamenti meno traumatici e di stabilire insieme alle parti sociali dei criteri per la riassunzione delle 12 persone che nei prossimi mesi dovrebbero tornare al lavoro alla Comifar di Novate, la società proprietaria della Spem.
Tuttavia, la società si era impegnata a procedere con la chiusura del magazzino di Segrate nel mese di settembre, così da dare ai lavoratori più tempo per iniziare la ricerca di un altro posto di lavoro. Invece, all’inizio di agosto, l’azienda ha preferito anticipare i tempi e consegnare le lettere di licenziamento con effetto immediato. «Questa modalità ha creato maggior difficoltà ai lavoratori - spiega Marisa Moi, della Filcams Cgil Milano - che, con la chiusura del magazzino senza preavviso e in pieno agosto, non hanno avuto modo di espletare gli adempimenti di legge con la dovuta tranquillità. I dipendenti stanno infatti riscontrando problemi nell’iscrizione alle liste dell’Inps con possibili ritardi nei pagamenti di mobilità e buchi contributivi».
L’azienda aveva invece concordato con le rsu la chiusura del magazzino per le ferie estive a partire dal 6 agosto e per le successive tre settimane, per poi procedere con i licenziamenti a settembre. «Anche nelle modalità dei licenziamenti questa azienda si dimostra poco incline al dialogo - continua Marisa Moi -. Probabilmente l’azienda ha voluto approfittare del momento di pausa estiva per evitarsi ulteriori iniziative di presidio o sciopero a contrasto della sua scelta di mettere 32 famiglie sulla strada. Avrebbe invece potuto attendere il rientro dalle ferie dei lavoratori per la consegna della lettera di licenziamento e dar modo ai dipendenti di muoversi con più facilità nella ricerca di un nuovo posto di lavoro».
La Cgil annuncia per settembre un presidio dei lavoratori licenziati davanti alla Comifar di Novate, dove verranno spostate tutte le attività di Segrate. «Manifesteremo affinché l’azienda riveda le sue posizioni - annuncia Marisa Moi - e metteremo a disposizione dei 20 lavoratori che verranno rifiutati da Comifar i nostri uffici legali per l’impugnazione dei licenziamenti».
patrizia.tossi@ilgiorno.net

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