venerdì 14 settembre 2012
SEGRATESI PRONTI PER IL 29 SETTEMBRE ALTRI GUAI PER LA LUCCHINI ARTONI
Altri guai per l'azienda scomoda,ora il Sindaco si muova per tutelare i Segratesi e non faccia come con la BREBEMI che ha preso in giro i residenti di TREGAREZZO.
Segrate, 14 settembre 2012 - Depositi di materiale e manufatti edilizi costruiti abusivamente su un terreno agricolo, così la Lucchini Artoni finisce nuovamente sotto i riflettori. Un’ordinanza comunale ha imposto all’azienda segratese di demolire le opere abusive entro la prima settimana di ottobre. A portare allo scoperto la costruzione abusiva di alcuni depositi sul sito di via Tiepolo è stato un sopralluogo effettuato a luglio dal Comune. L’ispezione era stata organizzata per verificare se la Lucchini avesse rimosso il deposito abusivo di materiale da cantiere contestato in precedenza dall’Arpa, e posto sotto sequestro in attesa del ripristino. Ma durante la visita si sono aperti nuovi scenari.
Tra le novità messe in luce dalla nuova ordinanza firmata dal direttore del settore ambiente, Maurizio Rigamonti, è da notare che alcune delle aree di proprietà dell’azienda sarebbero ancora ad uso agricolo. «L’attuale stato dell’area, verificato durante il sopralluogo - scrive Rigamonti nell’ordinanza emessa il 10 luglio - ha attestato una limitata messa in ripristino degli abusi contestati nelle ordinanze precedenti, in particolare una rimozione parziale del deposito abusivo di materiale vario di cantiere nell’area Sud e del materiale fresato depositato a Nord dell’impianto di produzione di bitume». A luglio, quindi, risulatava che i cumuli di materiale erano ancora lì.
Ma non solo. Durante il sopralluogo, per la gioia del comitato guidato da Paolo Vanoli che l’aveva sempre denunciato, sono emersi «nuovi elementi configurabili quali abusi edilizi - si legge nell’ordinanza -, interventi di nuova costruzione (nuovi depositi di materiale vario e nuovi manufatti edilizi) per i quali è prescritta la subordinazione a rilascio di permesso di costruire». Nel testo dell’ordinanza, infatti, è scritto nero su bianco che alla data del 10 luglio non risultavano agli atti «eventuali richieste di autorizzazione finalizzate alla realizzazione di manufatti edilizi o di depositi presso tali aree».
I nuovi abusi edilizi riscontrati non riguardano le aree che erano già state poste sotto sequestro, ma terreni agricoli che si trovano a ridosso del bitumificio. Accertata l’esecuzione di interventi in assenza di permesso, il dirigente del settore ambiente e lavori pubblici «ingiunge al proprietario la rimozione o la demolizione». Tra i precedenti, c’è la relazione emessa da Arpa a fine dicembre, in cui era stata documentata una gestione relativa all’attività di recupero e trattamento di rifiuti non pericolosi senza autorizzazione.
patrizia.tossi@ilgiorno.it
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