Lettera senza inchiostro
Di
Sulla mia candidatura si sono concentrate molte aspettative,
passioni, speranze. Voglio farle vivere, avere cura di loro, adoperarmi
sin da subito perché abbiano piena cittadinanza nella coalizione di
centrosinistra. I temi sollevati e l’agenda raccolta in lungo e in largo
nel Paese, in una campagna elettorale che per me è stata come scalare
la montagna più alta nelle condizioni più difficili, meritano attenzione
e risposta. Sono note le mie distanze da Matteo Renzi, perché sarà
anche un innovatore ma, nella sostanza, riproduce gli slogan
conservatori della società liberista.
A Bersani scrivo una lettera senza inchiostro ma fatta di immagini e parole. Con lui voglio discutere e mi aspetto risposte sui temi legati alla crisi dell’Europa che sta crepando sotto i colpi dell’austerity frutto dell’ideologia liberista e delle sue superstizioni culturali. Pensiamo che inginocchiarsi ai totem e ai tabù dell’Europa liberista sia un suicidio per l’Europa. Non mettiamo in dubbio la necessità di contenere il debito pubblico ma pensiamo che non si possa guadagnare questo risultato al prezzo dello strangolamento dell’economia reale e dell’impoverimento secco di porzioni crescenti di società. Caro Bersani, non potremo costruire un’agenda del cambiamento se non avremo la bussola della giustizia sociale intesa anche come rottura del destino di precarietà delle giovani generazioni, politiche keynesiani, apertura di cantieri. O se non avremo occhi e orecchie per i giovani che hanno riempito le strade di Roma, se non ci preoccuperemo dell’omicidio premeditato della scuola pubblica. Se non avremo come meta la pace che può liberare risorse oggi incredibilmente occupate nell’acquisto di micidiali armi, come gli F35, la cui cancellazione non può essere il tema poetico di minoranze di utopisti. Né si possono investire risorse nella fatalistica continuità con un modello di crescita anche subordinato agli interessi degli apparati militari industriali e non vedere la necessità di un piano straordinario per la messa in sicurezza e la manutenzione del nostro territorio.
Confido anche nel fatto, caro Bersani, che la tua agenda possa diventare la nostra nella misura in cui sia l’agenda dei diritti delle persone, di libertà, dei diritti dei bambini che nascono in Italia, anche se da genitori stranieri, di essere cittadini italiani. Dei diritti di tutte le coppie di vedere riconosciuti i propri diritti civili. Noi confidiamo nella saggezza di Pier Luigi Bersani e nella sua capacità di interloquire non con SEL, non con uno dei candidati al primo turno delle primarie, Vendola, ma con tutti i soggetti cui abbiamo tentato di dare voce in questa guerra lampo.
Nichi Vendola
A Bersani scrivo una lettera senza inchiostro ma fatta di immagini e parole. Con lui voglio discutere e mi aspetto risposte sui temi legati alla crisi dell’Europa che sta crepando sotto i colpi dell’austerity frutto dell’ideologia liberista e delle sue superstizioni culturali. Pensiamo che inginocchiarsi ai totem e ai tabù dell’Europa liberista sia un suicidio per l’Europa. Non mettiamo in dubbio la necessità di contenere il debito pubblico ma pensiamo che non si possa guadagnare questo risultato al prezzo dello strangolamento dell’economia reale e dell’impoverimento secco di porzioni crescenti di società. Caro Bersani, non potremo costruire un’agenda del cambiamento se non avremo la bussola della giustizia sociale intesa anche come rottura del destino di precarietà delle giovani generazioni, politiche keynesiani, apertura di cantieri. O se non avremo occhi e orecchie per i giovani che hanno riempito le strade di Roma, se non ci preoccuperemo dell’omicidio premeditato della scuola pubblica. Se non avremo come meta la pace che può liberare risorse oggi incredibilmente occupate nell’acquisto di micidiali armi, come gli F35, la cui cancellazione non può essere il tema poetico di minoranze di utopisti. Né si possono investire risorse nella fatalistica continuità con un modello di crescita anche subordinato agli interessi degli apparati militari industriali e non vedere la necessità di un piano straordinario per la messa in sicurezza e la manutenzione del nostro territorio.
Confido anche nel fatto, caro Bersani, che la tua agenda possa diventare la nostra nella misura in cui sia l’agenda dei diritti delle persone, di libertà, dei diritti dei bambini che nascono in Italia, anche se da genitori stranieri, di essere cittadini italiani. Dei diritti di tutte le coppie di vedere riconosciuti i propri diritti civili. Noi confidiamo nella saggezza di Pier Luigi Bersani e nella sua capacità di interloquire non con SEL, non con uno dei candidati al primo turno delle primarie, Vendola, ma con tutti i soggetti cui abbiamo tentato di dare voce in questa guerra lampo.
Nichi Vendola
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