La crisi finisce anche nei corridoi d’ospedale
Michele Mendolicchio - La situazione economica sempre più complicata, lascia per strada sempre più gente. L’espulsione dai posti di lavoro ormai non risparmia quasi più nessuno. Solo banchieri, manager e politici riescono ancora a mantenere i loro privilegi. Gli altri sono tutti a rischio di non poter pagare non solo il mutuo o l’affitto, il condominio, le bollette, la macchina ma anche l’Imu, la Tares e tutto il groviglio di tasse che ci circonda. Ma fosse solo questo! Il rischio è di finire in fila alla Caritas o nelle strutture Sant’Egidio del ministro Riccardi. Magari sarà felice di vedere finalmente realizzata la sua visione di società multietnica. Tutti poveri senza distinzione di razza.
Ma veniamo alla questione allarmante della Sanità. Dopo la crisi dell’Idi, ecco la difficile situazione del San Raffaele. Dopo la morte del padrino don Verzè l’ospedale ha presentato il conto allo Stato con un buco enorme da ripianare. E in parte è avvenuto, con il sacrificio di tutti gli italiani. Il problema è sempre lo stesso: finché ci sono le tangenti e i grandi scambi di interesse tutto funziona ma quando il meccanismo finisce tutto crolla.
Ora arrivano anche le noti dolenti: i licenziamenti. La decisione della Direzione dell’ospedale di inviare circa 40 lettere di licenziamento ha fatto scattare la reazione dei sindacati.
Oltre una dozzina di dipendenti è salita sul tetto mentre una 50 di persone ha cercato di occupare il reparto di accettazione. Ovviamente gli agenti schierati hanno impedito che il disegno andasse a buon fine. La protesta è stata organizzata in particolar modo dai comitati di base.
Il Pd invece ha chiesto che l’assessore alla sanità e la proprietà dell’ospedale vengano al più presto ascoltati dalla commissione sanitaria del consiglio regionale lombardo, per trovare una soluzione alla vertenza. “Denunce -dicono i due esponenti del Pd Borghetti e la Valmaggi- sono già arrivate all’Urp per peggioramento della qualità del cibo, carenza nella pulizia e nella fornitura dei presidi medico-chirurgici, anche per prestazioni ordinarie”.
E questo, a loro dire, incrinerebbe la fiducia dei cittadini nella struttura ospedaliera considerata una eccellenza. Però il fatto che la situazione esploda a poche ore dall’insediamento della commissione sanità del Pirellone, con il leghista alla presidenza, lascia pensare.
Secondo Salvini, segretario del Carroccio in Lombardia, la protesta nasconderebbe altri fini. “Pochi esagitati -sostiene- tengono in ostaggio 3 mila lavoratori e un intero ospedale”. Però nonostante questo auspica che si ritrovi una serenità tra azienda e sindacati, attraverso un confronto senza pregiudizi.
Logicamente i lavoratori sono fortemente divisi sulla forma di protesta. “Il problema è che qui si continua a calcare la mano sull’accordo bocciato -spiega la sindacalista Rottoli- La verità è che l’amministrazione non vuole trattative, vuole solo riprendere il documento che i lavoratori hanno rifiutato. Crediamo sia un atteggiamento assurdo. I soldi li hanno presi, ora ritirino i licenziamenti”.
Ci auguriamo che anche in questo caso, come nella vicenda Idi, si trovi una soluzione per i tanti lavoratori dell’ospedale che rischiano di restare senza lavoro.
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=20383
Michele Mendolicchio - La situazione economica sempre più complicata, lascia per strada sempre più gente. L’espulsione dai posti di lavoro ormai non risparmia quasi più nessuno. Solo banchieri, manager e politici riescono ancora a mantenere i loro privilegi. Gli altri sono tutti a rischio di non poter pagare non solo il mutuo o l’affitto, il condominio, le bollette, la macchina ma anche l’Imu, la Tares e tutto il groviglio di tasse che ci circonda. Ma fosse solo questo! Il rischio è di finire in fila alla Caritas o nelle strutture Sant’Egidio del ministro Riccardi. Magari sarà felice di vedere finalmente realizzata la sua visione di società multietnica. Tutti poveri senza distinzione di razza.
Ma veniamo alla questione allarmante della Sanità. Dopo la crisi dell’Idi, ecco la difficile situazione del San Raffaele. Dopo la morte del padrino don Verzè l’ospedale ha presentato il conto allo Stato con un buco enorme da ripianare. E in parte è avvenuto, con il sacrificio di tutti gli italiani. Il problema è sempre lo stesso: finché ci sono le tangenti e i grandi scambi di interesse tutto funziona ma quando il meccanismo finisce tutto crolla.
Ora arrivano anche le noti dolenti: i licenziamenti. La decisione della Direzione dell’ospedale di inviare circa 40 lettere di licenziamento ha fatto scattare la reazione dei sindacati.
Oltre una dozzina di dipendenti è salita sul tetto mentre una 50 di persone ha cercato di occupare il reparto di accettazione. Ovviamente gli agenti schierati hanno impedito che il disegno andasse a buon fine. La protesta è stata organizzata in particolar modo dai comitati di base.
Il Pd invece ha chiesto che l’assessore alla sanità e la proprietà dell’ospedale vengano al più presto ascoltati dalla commissione sanitaria del consiglio regionale lombardo, per trovare una soluzione alla vertenza. “Denunce -dicono i due esponenti del Pd Borghetti e la Valmaggi- sono già arrivate all’Urp per peggioramento della qualità del cibo, carenza nella pulizia e nella fornitura dei presidi medico-chirurgici, anche per prestazioni ordinarie”.
E questo, a loro dire, incrinerebbe la fiducia dei cittadini nella struttura ospedaliera considerata una eccellenza. Però il fatto che la situazione esploda a poche ore dall’insediamento della commissione sanità del Pirellone, con il leghista alla presidenza, lascia pensare.
Secondo Salvini, segretario del Carroccio in Lombardia, la protesta nasconderebbe altri fini. “Pochi esagitati -sostiene- tengono in ostaggio 3 mila lavoratori e un intero ospedale”. Però nonostante questo auspica che si ritrovi una serenità tra azienda e sindacati, attraverso un confronto senza pregiudizi.
Logicamente i lavoratori sono fortemente divisi sulla forma di protesta. “Il problema è che qui si continua a calcare la mano sull’accordo bocciato -spiega la sindacalista Rottoli- La verità è che l’amministrazione non vuole trattative, vuole solo riprendere il documento che i lavoratori hanno rifiutato. Crediamo sia un atteggiamento assurdo. I soldi li hanno presi, ora ritirino i licenziamenti”.
Ci auguriamo che anche in questo caso, come nella vicenda Idi, si trovi una soluzione per i tanti lavoratori dell’ospedale che rischiano di restare senza lavoro.
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