giovedì 25 aprile 2013

DOPO TANTO SCRIVERE E SEGNALARE IL DEGRADO,SI SONO MOSSI!!!

FINALMENTE DOPO TANTE SEGNALAZIONI,SUL DEGRADO DELLA FERMATA DEL
PASSANTE FERROVIARIO DI SEGRATE.CON GRANDE SODDISFAZIONE PUBBLICHIAMO UNA MAIL CHE CI HA INVIATO UN UTENTE PER RINGRAZIARCI E
SEGNALARCI LA SUA SORPRESA.


SORPRESA !
Oggi ho visto "un'altra" fermata Segrate del passante: sottopasso completamente bonificato mediante pulizia generale, ritinteggiatura delle pareti, pavimentazione asciutta, macchinetta obliteratrice funzionante.

RINGRAZIO tutte le persone che, a vario titolo, hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato, ancorché minimo.

APPELLO :
chiedo cortesemente all'Amministrazione Comunale di prendere in considerazione la possibilità di creare altri stalli di sosta a pettine lungo la strada (a senso unico in uscita dal piazzale) lato sinistro, lasciando giustamente il lato opposto riservato al transito ciclo pedonale. Sarebbe un passo avanti per molti utenti.

GRAZIE





martedì 15 gennaio 2013

LA SEGRATE CHE NON VOGLIAMO.IL DEGRADO DELLA STAZIONE(FERMATA) DI SEGRATE


COSA SI ASPETTA PER RIQUALIFICARE LA STAZIONE E IL PIAZZALE ANTISTANTE COME DENUNCIATO DA NOI CIRCA 6 MESI FA

http://segratedomani.blogspot.com/2012/08/segrate-la-stazione-della-vergogna.html

http://segratedomani.blogspot.com/2010/12/stazione-di-segrate-due-filmati.html
http://segratedomani.blogspot.com/2012/09/una-stazione-da-terzo-mondonella-tanto.html
http://segratedomani.blogspot.com/2009/12/cronaca-di-una-passeggiata-per-le-vie.html

ecco i link dei vari articoli che denunciano il degrado
della stazione di Segrate



Testa bassa e passo svelto Alla stazione di Segrate è meglio non fermarsi

Illuminazione guasta e nessun controllo

  
Per raggiungere i binari si attraversa un sottopassaggio sporco e poco sicuro
di Gabriele Gabbini
La stazione di Segrate (NewPress)
La stazione di Segrate (NewPress)
di Gabriele Gabbini
Segrate, 15 gennaio 2013 - Un binario vuoto, il buio attorno. La stazione di Segrate è silenziosa. Poi un sibilo, in lontananza, che pian piano si fa più fragoroso mentre un convoglio si avvicina. Un treno arriva, si ferma e poi prosegue la sua corsa come nulla fosse. Pochi i passeggeri in poltrona e ancora meno quelli che scendono, mentre il freddo si fa più pungente. Alle 20.30 di un sabato sera non sono in molti a tornare dalle grandi città, non è un giorno feriale e questa stazione non è certo fort Alamo in quanto a sicurezza. Chi può scegliere spesso scommette sull’auto e al diavolo il traffico, che l’importante è tornare a casa tranquilli. Sguardo basso e passo svelto, movenze tipiche di ogni buon milanese che si rispetti, anche se in questo caso la fretta non è certo legata a impegni professionali, quanto piuttosto alla voglia di restare in zona il meno possibile.

L’illuminazione scarseggia
L’illuminazione c’è, vero, ma funziona a sprazzi con molte lampade bruciate o intermittenti. Per muoversi da un binario all’altro si percorre un sottopassaggio, ripulito da poco anche se ancora persiste un odore acre che a ventate attacca le narici. Sui muri invece campeggiano scritte e graffiti di illegali pittori urbani, tutt’altro che capolavori.

Sotto l’attacco dei vandali
Alle estremità, in corrispondenza dei due binari, ci sono due macchinette obliteratrici. Non funzionano ovviamente, sono spente. E pensare che, senza timbro, il biglietto non è valido e qualsiasi controllore avrebbe tutto il diritto di tirare fuori carta e penna. Inutile poi spiegare che la colpa sia delle macchinette. Quella di Segrate però, a onor del vero, non è una stazione nel vero senso della parola. Si tratta esclusivamente di una fermata, e si vede. Nessun controllo, nessuna attività commerciale, né nelle vicinanze né tantomeno all’ interno, e nessuna telecamera. Nessun bagno anche. Ma a ovviare il problema bastano gli angoli bui della banchina, a giudicare dalla puzza. Di fianco agli scalini che conducono al sottopasso ci sono anche due rampe per i disabili. Utili, almeno a vedersi. Peccato che, considerata la pendenza, servirebbe un motore di buona cilindrata per portar su una carrozzina senza l’aiuto di qualcuno. Ma l’apparenza è salva, e tanto basta. Subito fuori dalla stazione c’è invece la banchina degli autobus. Ne passano diversi e con buona frequenza, non c’è molto da aspettare. Tutti vuoti, o quasi, già dalle 8 di sera. Qualche ragazzo, di ritorno da Milano, e immigrati per lo più sono le uniche facce che circolano dopo il tramonto. «Io mi fermo qui solo qualche minuto prima di ripartire - confessa un autista -. Diciamo che non è il posto dove lascerei sola mia figlia ma non ho mai riscontrato grossi problemi».

Tutto intorno il deserto
Il parcheggio di fronte è sgombro, con poche auto e tante bottiglie. Tutte vuote, qualcuna ancora integra. Nelle poche zone non asfaltate si accumulano sacchetti di spazzatura, pezzi di cartone e perfino un paio di scarpe lasciate lì da chissà quanto tempo. E intanto dall’alto, attraversata la strada, i palazzoni del lussuoso, e mezzo vuoto, Segrate Village osservano tutto da vicino, ma al riparo di alti cancelli. Due mondi, stessa piazza.

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