domenica 14 aprile 2013

PER LE AUTOSTRADE SI INVESTE TANTO,PER LA SANITA' POCO GRAZIE MARONI E PODESTA'


Caso San Raffaele: piano del Prefetto o licenziamenti

Quasi certamente, nelle prossime settimane partiranno a scaglioni le altre 204 lettere, per completare la procedura avviata il 31 ottobre. Un processo non certo irreversibile
di Nicola Palma
Flash mob lavoratori San Raffaele
Flash mob lavoratori San Raffaele
Segrate, 14 aprile 2013 - Si riparte dalla proposta del prefetto Camillo Andreana. Vale a dire: riduzione del 9% in busta paga, passaggio al contratto della sanità privata e stop agli esuberi fino al 31 dicembre 2014. Prendere o lasciare. Niente più trattative. Sì a un nuovo referendum — al quale la Rsu si è opposta il 20 febbraio — sul documento predisposto da Palazzo Diotti. È questa la linea che trapela dai piani alti del San Raffaele all’indomani dell’invio delle prime 40 lettere di licenziamento.
Quasi certamente, nelle prossime settimane (c’è tempo fino al 31 maggio) partiranno a scaglioni le altre 204, per completare la procedura avviata il 31 ottobre. Un processo non certo irreversibile, precisano i vertici della struttura ospedaliera, come scritto nero su bianco in una nota ufficiale: «L’amministrazione non esclude che, in presenza di fatti nuovi, l’intera procedura possa essere rivista». Tradotto: i lavoratori lasciati a casa possono essere ri-assunti.
A una condizione: approvare via consultazione interna il testo che contiene clausole migliorative rispetto a quello respinto al mittente a fine gennaio dal 55% dei votanti (2.551 alle urne su un totale di 3.008 tra amministrativi, infermieri e tecnici). Un aut aut che va al di là degli appelli bipartisan pur con sfumature diverse: l’ad Nicola Bedin, braccio destro del proprietario Giuseppe Rotelli, resta sì disponibile a dialogare con le istituzioni, partendo però da una posizione ben definita. E dalla quale non ha intenzione di indietreggiare. Ora la palla passa ai sindacati. Da una parte ci sono i tre confederali, che hanno aperto lo stato di agitazione «al fine di riportare — si legge in un comunicato di Fp Cgil, Cisl Fps e Uil Fpl — al tavolo di contrattazione l’azienda per cercare di trovare tutte le soluzioni per impedire che 244 lavoratrici e lavoratori del San Raffaele perdano il posto di lavoro».
Ecco il primo passo: «È indispensabile ripartire dalle proposte fatte negli scorsi mesi sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali». Sulla stessa lunghezza d’onda Pasquale Magro, delegato Fials del San Raffaele, anche perché, spiega, «ora il risultato è che abbiamo trattenute mensili piuttosto consistenti, che arrivano a 350-400 euro lorde al mese per i livelli salariali più alti, e in più i licenziamenti».
Non ci sta Daniela Rottoli, delegata dell’Usb, la sigla di base più rappresentativa che ha guidato la protesta contro i tagli: «Non esiste una bozza-Andreana sulla quale discutere — fa sapere la coordinatrice della Rsu — perché nessuno l’ha mai firmata: come si fa a sottoporla a nuovo referendum? Cosa vogliono: andare avanti coi referendum finché l’esito sarà a loro gradito?». E ancora: «Prima ripristinino gli accordi che hanno disdettato, perché è stata quella decisione unilaterale a far scattare le decurtazioni di stipendio — chiosa Rottoli —. In caso contrario, non ci sono margini».
di Nicola Palma

nicola.palma@ilgiorno.net

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