ACHTUNG: ALLARMANTI AFFINITA'
Speriamo di sapere presto chi ci governerà anche perché la
nostra situazione politica somiglia in qualche modo con quella tedesca nel
1930.
Nel settembre di quell’anno
la Germania
andò alle elezioni e il primo ministro Bruning chiese alla popolazione di
suffragare col voto il suo programma di austerity. Risultato? Il partito di un
caporale della prima guerra mondiale, che fino a qualche mese prima non contava
più del 3%, ottiene il 18,3% e il parlamento risulta ingovernabile, si va
avanti per due anni con governi di minoranza, si rivota nel Luglio e nel
Novembre del 1932 e poi ancora nel marzo del ’33 quando finalmente si riesce a
formare un governo forte, quello dell’ex caporale Adolf Hitler.
Lungi da me pensare che Grillo sia un nuovo Hitler, noto,
però, alcune allarmanti affinità.
Anzitutto entrambi sono riusciti a
conquistare le folle con campagne contro i nemici della patria, gli ebrei e gli
slavi da una parte, la casta dei politici dall’altra.
In questa furia contestatrice tutto deve essere semplice, bianco
o nero: non c’è posto per differenze o sfumature.
Così Grasso diventa uguale a
Schifani e Bersani a Berlusconi; per il solo fatto di aver fatto politica negli
anni passati o di aver stretto rapporti con le “vecchie” forze politiche si è
condannati a vita. Per carità, il centrosinistra non ha avuto e ha diversi
limiti, ma ogni critica deve tenere conto del quadro storico e politico in cui
sono maturate le scelte contestate.
Questa è una fatica
che Grillo non si degna di compiere.
Causa di ciò è probabilmente un’altra delle affinità tra il
comico e il caporale: il carattere autoritario.
Hitler volle accentrare su di
sé tutto il potere e bandì rapidamente ogni opposizione, Grillo grida di voler
ottenere il 100% dei consensi, che chi vota partiti diversi dal suo è un
colluso, elimina ogni opposizione interna.
Dopo le parlamentarie del M5S, primarie per i deputati, si è
scatenato un dibattito interno sulla correttezza di queste votazioni, alcuni
lamentavano lo scarso numero di votanti (circa 30.000), alcuni una non
trasparente gestione dei risultati da parte di Casaleggio, altri ancora che i
nomi dei candidati si erano saputi solo 3 giorni prima dell’elezione. A tutte
queste polemiche Grillo ha risposto: “chi fa domande su domande e si pone
problemi della democrazia del MoVimento va fuori! Va fuori dal MoVimento. Non
lo obbliga nessuno. E andranno fuori.". Vedere per credere http://www.youtube.com/watch?v=-rvlcRiowl4.
Dopo qualche giorno da questo video a Fava e Scalzi, due
consiglieri comunali grillini, è stato vietato l’uso del logo del M5S di
proprietà di Grillo. Nei giorni scorsi sono stati poi eliminati 2000 commenti
di risposta a un post di Grillo sull’elezione di Grasso, tra questi anche il
più apprezzato che era particolarmente critico su quanto scritto dal comico.
Altro punto in comune con Hitler e anche con Mussolini è
l’impostazione del programma: come il loro unisce tematiche sociali ad istanze
di destra. Accanto al sussidio di disoccupazione garantito e alla difese
dell’acqua come bene comune si trovano richieste di provvedimenti come
l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti o ai quotidiani che
farebbero felici ricchi e pubblicitari: nel momento in cui lo stato non
sovvenzionasse più queste attività solo chi abbondasse in capitali potrebbe
permettersi di investire in questi settori.
Per di più Mediaset e i Tabloid inglesi insegnano che non
sono certo i programmi o gli articoli più impegnati ad attirare il pubblico. Il
mercato predilige tette e culi, e credo sia solo positivo se lo stato investe
dando la possibilità di pubblicazioni più serie e di diffondere un pensiero
alternativo. La gratuità di internet non è in sé garanzia sufficiente: per svolgere
bene un lavoro o una ricerca bisogna
dedicarle tempo e avere modo di sostentarsi nel frattempo.
I contributi non
garantiscono solo la possibilità di diffusione ma anche gli stipendi dei
redattori. Mussolini e Hitler abbandonaro presto i temi sociali, staremo a
vedere cosa farà Grillo.
Infine anche in comico nostrano ha in mente uno
stravolgimento del sistema istituzionale, per quanto il suo modello sia diverso
da quello dei nazifascisti. Al mito dell’uomo forte al comando si è sostituito
quello della democrazia diretta, ma già Toqueville sosteneva che democrazia non
è sinonimo di libertà perché è possibile che degeneri in dittatura della
maggioranza, come d’altronde poi è stato per i totalitarismi. Hitler, Mussolini
e Stalin, così come oggi Orban, governarono col consenso della popolazione e
furono amati dalle folle, questo nulla toglie agli orrori che perpetrarono. La
democrazia rappresentativa è un modo per garantire ciascuno dai rischi della
tirannide di una moltitudine spesso poco conscia della complessità delle
questioni su cui articola un proprio giudizio. Per questo motivo non posso che
guardare con orrore a quelle proposte come “referendum sia abrogativi che
propositivi senza quorum” che si trovano nel programma del M5S.
Chi vivrà vedrà, ma sono molte le allarmanti affinità.
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