mercoledì 10 aprile 2013

DA HITLER A GRILLO.......ALLARMANTI AFFINITA'



ACHTUNG: ALLARMANTI AFFINITA'








Speriamo di sapere presto chi ci governerà anche perché la nostra situazione politica somiglia in qualche modo con quella tedesca nel 1930.

 Nel settembre di quell’anno la Germania andò alle elezioni e il primo ministro Bruning chiese alla popolazione di suffragare col voto il suo programma di austerity. Risultato? Il partito di un caporale della prima guerra mondiale, che fino a qualche mese prima non contava più del 3%, ottiene il 18,3% e il parlamento risulta ingovernabile, si va avanti per due anni con governi di minoranza, si rivota nel Luglio e nel Novembre del 1932 e poi ancora nel marzo del ’33 quando finalmente si riesce a formare un governo forte, quello dell’ex caporale Adolf Hitler.

Lungi da me pensare che Grillo sia un nuovo Hitler, noto, però, alcune allarmanti affinità.
 Anzitutto entrambi sono riusciti a conquistare le folle con campagne contro i nemici della patria, gli ebrei e gli slavi da una parte, la casta dei politici dall’altra.
In questa furia contestatrice tutto deve essere semplice, bianco o nero: non c’è posto per differenze o sfumature. 
Così Grasso diventa uguale a Schifani e Bersani a Berlusconi; per il solo fatto di aver fatto politica negli anni passati o di aver stretto rapporti con le “vecchie” forze politiche si è condannati a vita. Per carità, il centrosinistra non ha avuto e ha diversi limiti, ma ogni critica deve tenere conto del quadro storico e politico in cui sono maturate le scelte contestate.
 Questa è una fatica che Grillo non si degna di compiere.
Causa di ciò è probabilmente un’altra delle affinità tra il comico e il caporale: il carattere autoritario.
 Hitler volle accentrare su di sé tutto il potere e bandì rapidamente ogni opposizione, Grillo grida di voler ottenere il 100% dei consensi, che chi vota partiti diversi dal suo è un colluso, elimina ogni opposizione interna.
Dopo le parlamentarie del M5S, primarie per i deputati, si è scatenato un dibattito interno sulla correttezza di queste votazioni, alcuni lamentavano lo scarso numero di votanti (circa 30.000), alcuni una non trasparente gestione dei risultati da parte di Casaleggio, altri ancora che i nomi dei candidati si erano saputi solo 3 giorni prima dell’elezione. A tutte queste polemiche Grillo ha risposto: “chi fa domande su domande e si pone problemi della democrazia del MoVimento va fuori! Va fuori dal MoVimento. Non lo obbliga nessuno. E andranno fuori.". Vedere per credere http://www.youtube.com/watch?v=-rvlcRiowl4.
Dopo qualche giorno da questo video a Fava e Scalzi, due consiglieri comunali grillini, è stato vietato l’uso del logo del M5S di proprietà di Grillo. Nei giorni scorsi sono stati poi eliminati 2000 commenti di risposta a un post di Grillo sull’elezione di Grasso, tra questi anche il più apprezzato che era particolarmente critico su quanto scritto dal comico.
Altro punto in comune con Hitler e anche con Mussolini è l’impostazione del programma: come il loro unisce tematiche sociali ad istanze di destra. Accanto al sussidio di disoccupazione garantito e alla difese dell’acqua come bene comune si trovano richieste di provvedimenti come l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti o ai quotidiani che farebbero felici ricchi e pubblicitari: nel momento in cui lo stato non sovvenzionasse più queste attività solo chi abbondasse in capitali potrebbe permettersi di investire in questi settori.
Per di più Mediaset e i Tabloid inglesi insegnano che non sono certo i programmi o gli articoli più impegnati ad attirare il pubblico. Il mercato predilige tette e culi, e credo sia solo positivo se lo stato investe dando la possibilità di pubblicazioni più serie e di diffondere un pensiero alternativo. La gratuità di internet non è in sé garanzia sufficiente: per svolgere bene un lavoro o una ricerca  bisogna dedicarle tempo e avere modo di sostentarsi nel frattempo.
 I contributi non garantiscono solo la possibilità di diffusione ma anche gli stipendi dei redattori. Mussolini e Hitler abbandonaro presto i temi sociali, staremo a vedere cosa farà Grillo.
Infine anche in comico nostrano ha in mente uno stravolgimento del sistema istituzionale, per quanto il suo modello sia diverso da quello dei nazifascisti. Al mito dell’uomo forte al comando si è sostituito quello della democrazia diretta, ma già Toqueville sosteneva che democrazia non è sinonimo di libertà perché è possibile che degeneri in dittatura della maggioranza, come d’altronde poi è stato per i totalitarismi. Hitler, Mussolini e Stalin, così come oggi Orban, governarono col consenso della popolazione e furono amati dalle folle, questo nulla toglie agli orrori che perpetrarono. La democrazia rappresentativa è un modo per garantire ciascuno dai rischi della tirannide di una moltitudine spesso poco conscia della complessità delle questioni su cui articola un proprio giudizio. Per questo motivo non posso che guardare con orrore a quelle proposte come “referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum” che si trovano nel programma del M5S.
Chi vivrà vedrà, ma sono molte le allarmanti affinità.

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