San Raffaele. ACCORDO RAGGIUNTO…
Si chiude, dopo molti mesi, un’importante battaglia delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ospedale, con un po’ di perdite da parte loro, anche se minori rispetto a quelle perseguite da Bedin e Rotelli, ma con il ritiro della procedura sui 244 licenziamenti, il reintegro dei sessantasette licenziati, la sospensione del passaggio al contratto AIOP, un prelievo salariale forzoso meno iniquo, qualche garanzia e scadenza di verifica in più sugli sviluppi della situazione economica futura.
Si poteva fare di più e di meglio ma la stanchezza, la divisione e le “remate contro” di certe forze sindacali e i primi sessantasette licenziati hanno pesato nel far decidere questa chiusura. Una soluzione che, comunque, dovrà essere varata, o no, dalle lavoratrici e dai lavoratori che, comunque, hanno regalato a tutto il movimento sindacale del paese, un’importante, commovente e ammirevole esempio di lotta e di resistenza contro un padrone delle ferriere di “marchionniana” moda!
Un esempio di lotta contro ingiustizie insopportabili, condotto in prima fila soprattutto dalle donne, delegate e lavoratrici, che non possono che meritare un riconoscimento di rispetto e affetto senza misura!
La lotta non finisce qui... Rotelli & Bedin, continueranno la loro sporca guerra contro i lavoratori, per attribuire un duro colpo ad una delle esperienze sindacali di base più importanti, avanzate e combattive del paese, anche usando quelle parti negative dell'accordo che lo permetteranno, per tentare nuovamente di umiliarli e ridurli a condizioni di lavoro insopportabili, se non schiavistiche, approfittando della grave crisi generale esistente, ma non ci riusciranno, ne siamo certi.
Le lavoratrici e i lavoratori del S. Raffaele risponderanno ancora, riprenderanno ad avere la forza per ricostruire possibilità di resistenza contro i nuovi attacchi, contro le cosiddette "esternalizzazioni" su cui, non a caso, Bedin s’è guardato bene dall’inserire nell’accordo la garanzia di non farne uso. Con le "esternalizzazioni", di fatto, tenteranno nuovamente e subdolamente di licenziare, facendo lo "spezzatino" dell'ospedale, consegnando a padroni più piccoli il compito di svolgere il loro sporco mestiere, licenziando in sordina e senza reazioni sindacali.
Una battaglia non vinta non significa sconfitta di una guerra che, purtroppo, Rotelli & Bedin riprenderanno presto a fare, per distruggere l'eccellenza del S. RAFFAELE, ridurre al lumicino i diritti e la DIGNITA' delle lavoratrici e dei lavoratori dell'ospedale, attaccare e cancellare totalmente, nel paese, un' idea di sanità pubblica al servizio dei pazienti e non del profitto. Una sfida che dovremo essere di nuovo pronti ad affrontare se non vogliamo subire le gravi conseguenze che oggi abbiamo in parte rinviato, cioè il taglio di centinaia di posti di lavoro a tempo indeterminato, ricchi di esperienza e di eccellenza, da "compensare" con lavoratori precari senza diritti e tutele a ogni livello, ricattabili e trattabili come schiavi, ma che si ripresenteranno a breve. Rotelli & Bedin, in nome del loro sporco profitto, hanno imposto oggi nuove ingiustizie ma non sono riusciti ad imporre tutta la loro sete di sopraffazione e di potere. L’importante lotta delle lavoratrici e del lavoratori gli ha ridotto l'appetito. La prossima volta, sapranno fare di meglio e di più, ne sono convinto, alla luce di quel che ho avuto modo di vedere e di capire. Grazie per le emozioni che avete regalato non solo al sottoscritto!
Un anno di lotta e quasi sette mesi di presidio permanente davanti all’ospedale sono stati davvero duri! Anche perché, come ormai succede dappertutto da decenni, ancora una volta ha pesato l’arrendevolezza e la subalternità di CGIL-CISL-UIL, che hanno diviso e indebolito i lavoratori e la lotta (e la presenza al presidio). Questi, prima hanno firmato e sostenuto il “SI”a un accordo -sottoposto a referendum e bocciato dalla maggioranza-, che colpiva più pesantemente salari e conquiste, che non conteneva neanche l’impegno a non licenziare entro fine 2014. Poi hanno raccolto le firme per chiedere un nuovo referendum, su una proposta di accordo del Prefetto di Milano, che conteneva in più soltanto quest’ultimo impegno. Al tempo stesso hanno tentato di mettere fortemente in difficoltà la lotta in corso, smobilitando la loro partecipazione al presidio, non partecipando alle assemblee e alle iniziative che sono state decise (vedi blocchi dell’accettazione, manifestazione sul tetto ecc.), addirittura organizzando, separatamente, un’assemblea e un presidio, falliti, contro la maggioranza della RSU! Una maggioranza che ha continuato a lottare, soprattutto dopo i primi licenziamenti, per costringere l’azienda a riprendere la trattativa in Regione, per farla scendere, riuscendoci, a ben più miti consigli. Questi signori, senza vergogna, come quelli della Fials, oggi tentano di “cavalcare” l’accordo raggiunto, migliore rispetto a quanto avrebbero firmato per ben due volte mesi addietro, ma le lavoratrici e i lavoratori hanno capito ancor più profondamente di prima da che parte stanno.
Siamo stanchi ma ancora con la schiena bella dritta! Dopo l’approvazione dell’accordo, i licenziati saranno reintegrati (non riassunti come voleva l’azienda…) e questo è importante. Poi rilassiamoci un po’ ma stiamo all’erta, non molliamo completamente l’attenzione. Riprendiamo presto l’iniziativa per dimostrare che Bedin & Rotelli, “padroni delle ferriere”, se ne devono andare, che non possono gestire ospedali, soprattutto il San Raffaele. Riprendiamo a lavorare per cacciarli via, licenziamoli noi, senza dargli neanche la liquidazione! Il San Raffaele deve diventare, a tutti gli effetti, un ospedale pubblico, per continuare a essere un ospedale di eccellenza, che curi la salute della gente e non per essere un pozzo di profitti e ruberie di soldi pubblici (il 95% dei soldi proviene dalla Regione Lombardia). La lotta delle lavoratrici e dei lavoratori poteva finire prima e meglio se i soliti “rematori contro” non avessero fatto questo sporco lavoro anche stavolta.
La lotta del San Raffaele è stata da esempio per tante altre realtà, in tutto il paese, dimostrando che si può resistere e che la lotta può pagare, contro “i padroni delle ferriere” e i burocrati sindacali confederali compiacenti e senza vergogna!
Rotelli & Bedin hanno mezzo vinto una battaglia ma non vinceranno la guerra sporca che continueranno a fare, anche perché la solidarietà sviluppatasi nella città e nel paese non mancherà di farsi rivedere con più forza e partecipazione! A NOME DI TUTTI I LAVORATORI DEL SAN RAFFAELE CHE HANNO LOTTATO PER DIFENDERE
IL DIRITTO AL LAVORO.
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